Tra gli annunci russi della conquista di Soledar e le smentite ucraine c’è un aspetto apparentemente marginale che stupisce molto. Le continue frecce avvelenate che Evgeny Prigozhin, capo della brigata di mercenari filo-russa «Wagner», e i vertici della Difesa di Mosca si scambiano a distanza. Per il primo, laddove «l’esercito russo aveva perso due mesi in sanguinose battaglie e strategie fallimentari, i migliori dei miei uomini in due settimane hanno ribaltato la situazione».

DA GIORNI Prigozhin elogia la preparazione e l’onorabilità del nemico ucraino, senza omettere mai di sottolineare come «i suoi uomini» lo stiano sconfiggendo. Non solo, l’ex-cuoco di Putin smaniava in maniera evidente per essere il primo ad annunciare alla nazione la conquista di Soledar. Ma i piani del ministero della Difesa, guidato da Sergei Shoigu, e del Cremlino sembrano andare in tutt’altra direzione.

Non solo il portavoce della presidenza russa, Dimitry Peskov, ha dichiarato più volte (smentendo Prigozhin) che nonostante la «tendenza positiva» non bisognava cantare vittoria, ma ieri dal dicastero di Shoigu è arrivato il colpo finale.

Secondo quest’ultimo, infatti, la conquista di Soledar sarebbe stata possibile «grazie al costante fuoco di artiglieria e agli attacchi aerei e missilistici che hanno impedito il trasferimento di riserve e la fornitura di munizioni» ai nemici.

Nella nota pubblicata dall’agenzia russa Ria novosti si legge anche che il merito è dei paracadutisti che hanno «attaccato con successo le posizioni delle forze armate ucraine occupando le alture dominanti e bloccando la città dai lati nord e sud». E la Wagner?

NELLA NOTTE tra giovedì e venerdì Prigozhin aveva pubblicato un video su Telegram, armato e in uniforme da combattimento, annunciando la conquista della cittadina e reclamando tutti i meriti per la Wagner. Tra l’altro, secondo il capo dei mercenari, l’esercito regolare non avrebbe partecipato all’assalto vincente contro Soledar.

In altri termini: tutta un’altra storia. Si consideri che anche se è abbastanza scontato che il Cremlino tenda ad elogiare le proprie truppe, non lo è altrettanto che si osteggi la principale forza d’appoggio nelle aree più critiche del fronte. Ma sembra proprio che a Putin il protagonismo non piaccia e dall’inizio della guerra ne abbiamo avuto prova in diverse occasioni.

STAVOLTA PERÒ Prigozhin non ha taciuto è ha accusato «la corruzione, la burocrazia e i funzionari che vogliono rimanere al loro posto» di essere il danno maggiore ai suoi sforzi. Se si tratti di sforzi bellici al fronte o dello sforzo di ascendere ai vertici della gerarchia russa non è chiaro.

Per la cronaca, secondo Kiev la città non è ancora caduta. Il presidente Zelensky aveva promesso di inviare «munizioni e tutti i rifornimenti necessari in modo rapido e senza interruzioni», ai soldati ucraini impegnati nella difesa di Soledar e Bakhmut. Hanna Maliar, viceministra della Difesa ucraina, aveva poi definito questa fase della guerra «difficile», spiegando che «il nemico ha inviato quasi tutte le sue forze in direzione della regione di Donetsk e sta mantenendo un’offensiva ad alta intensità» e i combattimenti sarebbero «ancora in corso».

Probabilmente, i soldati ucraini rimasti in città (sempre se ce ne sono) stanno coprendo la ritirata dei commilitoni e quindi è plausibile che nella zona ovest siano ancora in corso schermaglie. Tuttavia, il destino di Soledar appare segnato già da giorni, ma non cambierà le sorti della guerra.