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Sogni negati per Kena e Ziki, un amore contro «la morale»

Sogni negati per Kena e Ziki, un amore contro «la morale»Una scena da «Rafiki» di Wanuri Kahiu

Cannes 71 Nella sezione Un Certain regard «Rafiki» di Wanuri Kahiu, storia d'amore tra due teen ager di Nairobi. Il film è stato bandito in patria dove l'omosessualità è illegale

Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 10 maggio 2018

Bandito in patria – dove l’omosessualità è illegale – poco dopo essere stato annunciato nella sezione Un Certain Regard, il primo primo film kenyota della storia di Cannes, Rafiki, è tratto dal racconto della scrittrice ugandese Monica Arac de Nyeko, Jambula Tree, pubblicato nel 2007. Alla regia di questa storia d’amore tra due teen ager di Nairobi, la cui «morale» nella sentenza negativa del comitato di censura, intenderebbe «dare legittimità al lesbismo contro la legge del nostro paese» è Wanuri Kahiu – classe 1980, già autrice di un cortometraggio di sci-fi molto gettonato a Sundance, Pumzi, e la cui compagnia AfroBubbleGum, promuove la produzione di una vena giocosa, «frivola» di arte africana che include anche libri e documentari.

Kena (Samantha Mugatsia), seria e filiforme, e Ziki (Sheila Munyiva) tutta curve morbide e con un’acconciatura come di stelle filanti colorate, sono le figlie dei due candidati di un’elezione locale a Nairobi. Una va bene a scuola, vive con una mamma single e gioca a calcio, L’altra è una studentessa mediocre, proviene da una famiglia più benestante e balla sensualmente per la strada con delle amiche antipatiche.

https://youtu.be/CZ0dyVPRQ3Q

Per un po’ si guardano a distanza, con desiderio. Poi cominciano a frequentarsi – i loro corpi sempre più vicini, in un gioco di tocchi leggeri e unghie dai colori sgargianti, di baci rubati – spesso nascoste in una macchina abbandonata circondata di fiori. Sognano di vivere insieme, quando Kena avrà terminato gli studi di medicina.

La grassa pettegola del quartiere, con la figlia una specie di coro del malaugurio, infrange il loro incantesimo e una piccola folla le sorprende e le aggredisce con violenza, riportandole alla realtà. Il limite del film non è l’esilità del racconto – che è anzi al cuore di qualsiasi teen movie – quanto piuttosto la sua confezione troppo curata, ripulita, da indie d’esportazione. Che resiste alla tensione spontanea verso il realismo fantastico (i sogni delle ragazze) o verso il melodramma (la love story impossibile).

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