Smotrich minaccia le banche palestinesi. Trump potrebbe non salvarle
Israele/Palestina Il ministro delle finanze intende nel giro di qualche settimana staccare il sistema bancario dei Territori occupati da quello israeliano. Sarebbe un colpo mortale all'economia della Cisgiordania dopo la distruzione di quella di Gaza
Israele/Palestina Il ministro delle finanze intende nel giro di qualche settimana staccare il sistema bancario dei Territori occupati da quello israeliano. Sarebbe un colpo mortale all'economia della Cisgiordania dopo la distruzione di quella di Gaza
Ha atteso qualche ora, poi mercoledì notte il presidente dell’Autorità nazionale palestinese (Anp), Abu Mazen, si è congratulato con Donald Trump e si è detto fiducioso che «sotto la sua guida, gli Stati uniti sosterranno le legittime aspirazioni del popolo palestinese». Parole che Mazen Awwad, commerciante di Ramallah, non riesce ad accettare. «Come può (Abu Mazen) credere in Trump e negli Stati uniti» ci dice nel suo negozio nel centro di Ramallah affollato come sempre di giovedì. «Gli Usa sono la nostra rovina», incalza Awwad «non importa se alla Casa Bianca ci sia Trump o Harris o Biden. Sono tutti contro i palestinesi e non faranno mai i nostri interessi». Awwad rappresenta i sentimenti di gran parte degli abitanti di Ramallah e dei palestinesi in Cisgiordania dopo il risultato delle presidenziali americane, conditi da una forte critica alla leadership dell’Anp, avulsa dalla popolazione.
Nel quartier generale di Abu Mazen regna lo sconforto per la vittoria di Trump. E, segnalano fonti della Muqata, non c’era alcun intento di mostrarsi concilianti. All’orizzonte, infatti, c’è un nuovo isolamento dell’Anp da parte degli Usa, come avvenne durante primo mandato del tycoon. E il governo di Benyamin Netanyahu forse otterrà dalla futura Amministrazione Usa il via libera all’annessione della Cisgiordania da anni obiettivo dichiarato del premier e della destra israeliana.
«Non si dovrà aspettare molto per avere indicazioni sulle intenzioni di Trump verso i palestinesi» prevede l’analista Jihad Harb. «Nelle prossime settimane – aggiunge – capiremo se il nuovo presidente e il suo entourage prenderanno subito parte all’indebolimento sistematico dell’Anp che porta avanti il governo israeliano. Trump potrebbe imporre all’Amministrazione uscente di non intervenire più a protezione dell’economia e della finanza dei palestinesi». Harb si riferisce al possibile, secondo alcuni certo, prossimo taglio delle connessioni tra le banche israeliane e quelle palestinesi. A fine ottobre, su pressione dell’Amministrazione Biden, il ministro delle Finanze israeliano Bezalel Smotrich, uno dei leader dell’estrema destra religiosa che nel collasso dell’Anp vede un obiettivo «fondamentale», ha rinviato, ma di un mese soltanto, il distacco del circuito bancario israeliano da quello palestinese. Israele di fatto è garante internazionale delle banche cisgiordane che, se Smotrich andrà avanti, rischiano di ritrovarsi scollegate dal resto del mondo.
Le conseguenze sarebbero catastrofiche e non poche famiglie palestinesi già ritirano i loro risparmi nel timore della chiusura delle banche. Il Segretario di Stato Antony Blinken e il Segretario al Tesoro Janet Yellen, hanno chiesto a Israele il rinvio di un anno delle misure annunciate. Ma dopo la vittoria di Trump, il ministro delle Finanze israeliano forse non terrà più conto delle pressioni dell’Amministrazione uscente. Il portale Axios suggerisce che il governo Netanyahu userà il minacciato isolamento del sistema bancario palestinese come arma di pressione su Biden e Harris per impedire nell’ultimo periodo del loro mandato adottino misure a sostegno dei palestinesi al Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite o per sanzionare altri coloni israeliani in Cisgiordania.
Smotrich afferma che le sue decisioni sono volte unicamente a «lottare contro il sostegno finanziario al terrorismo». È però evidente il suo tentativo di infliggere un colpo mortale all’Anp. Il taglio dei legami bancari favorirebbe il congelamento, già attuato proprio da Smotrich, del trasferimento all’Anp dei fondi palestinesi derivanti dalla raccolta di tasse e dazi doganali. Cesseranno scambi per 13 miliardi di dollari frutto dei legami tra banche israeliane e palestinesi e i fondi dei paesi donatori potrebbero essere interrotti. Ciò mentre l’economia di Gaza è già stata spazzata via dai bombardamenti e il Pil della Cisgiordania è sceso di oltre il 20% nell’ultimo anno.
«Privata del sostegno politico, seppur blando, ricevuto dall’Amministrazione Biden, l’Anp si rivolgerà all’Arabia saudita per fare pressioni su Trump e il suo entourage», prevede Jihad Harb, che non crede che il partito Fatah di Abu Mazen e Hamas daranno vita a un esecutivo di consenso nazionale. «Entrambi non vogliono perdere ciò che resta del potere di controllo che hanno rispettivamente in Cisgiordania e Gaza. L’Anp teme che un governo con Hamas spinga gli Usa di Trump a dichiararla una entità terrorista. Il movimento islamico vuole chiudere la guerra apparendo ancora in controllo di Gaza». L’unità di tutte le forze politiche palestinesi per Mustafa Barghouti, leader del partito Mubadara, «è l’unica soluzione che i palestinesi hanno per contrastare Israele e tutte le parti, a cominciare da Trump, che negano i loro diritti».
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