Internazionale

12 uccisi in una scuola a Gaza, in Libano colpite Unifil e la Bekaa

Un bambino tra i resti di una scuola dell’Unrwa nel campo profughi di Shati a Gaza foto Zuma/Mahmoud IssaUn bambino tra i resti di una scuola dell’Unrwa nel campo profughi di Shati a Gaza – Zuma/Mahmoud Issa

Medio Oriente Israele prosegue con i bombardamenti a tappeto nel nord della Striscia. Nel paese dei cedri uccide decine di persone e ferisce cinque caschi blu e tre soldati libanesi

Pubblicato circa un'ora faEdizione del 8 novembre 2024

Nel campo profughi di Shati, un sobborgo di Gaza city, almeno 12 palestinesi hanno fatto una morte atroce ieri, simile a troppe altre negli ultimi mesi. Nelle prime ore del pomeriggio un bombardamento israeliano ha preso di mira una scuola che da tempo era stata trasformata in rifugio per gli sfollati interni della Striscia.

Il numero definitivo degli uccisi non è ancora chiaro, quello dei feriti è di almeno due decine. Nel complesso, nella sola giornata di ieri, i raid israeliani hanno eliminato altre 30 persone a Gaza, delle quali 20 nella parte settentrionale della Striscia, a conferma del fatto che in queste settimane gli sforzi distruttivi della macchina bellica di Tel Aviv sono concentrati nel nord del territorio costiero palestinese.

Il meccanismo è ormai tristemente noto. Le autorità militari israeliane diffondono ordini di evacuazione (non sempre, tra l’altro) da una determinata zona e i civili che possono scappano. I soli edifici abbastanza grandi dove ancora riescono a trovare rifugio sono le scuole o gli ospedali e quindi vi si installano in massa. Puntualmente arriva un bombardamento o una serie di bombardamenti che interrompe la fuga di chi si era spostato sperando di evitare la morte.

Ma ieri le operazioni militari israeliane sono state particolarmente violente anche contro il Libano. Il ministero della sanità libanese ha riferito che 40 persone sono state uccise e 53 ferite negli ultimi bombardamenti aerei su aree della Valle della Bekaa e della città di Baalbek, nell’est del paese. Al tramonto sono stati attaccati ripetutamente i sobborghi meridionali di Beirut dopo che il comando dello Stato ebraico aveva diffuso un ordine di evacuazione per quattro quartieri nel sud della capitale, nell’area considerata la «roccaforte operativa» di Hezbollah.

Anche i caschi blu della missione Unifil sono stati colpiti di nuovo da Israele, questa volta da droni. Secondo i portavoce della missione, un convoglio di peacekeeper appena arrivati in Libano stava passando nei pressi del checkpoint Awali quando è stato raggiunto da alcuni droni israeliani.

Cinque caschi blu sono stati leggermente feriti insieme a tre militari libanesi. Tre persone, secondo Beirut, sono morte. Si tratta del ventesimo attacco subito dall’Unifil dall’inizio dei bombardamenti israeliani sul Libano, ma stavolta è cruciale il fatto che si tratti di un checkpoint che secondo Israele dovrebbe segnare il limite delle evacuazioni forzate.

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