Slovenia: Levica, sfida da sinistra
Intervista Parla Luka Mesec, a capo degli ecosocialisti che alle elezioni di domenica 24 sfideranno il Partito democratico di Janša
Intervista Parla Luka Mesec, a capo degli ecosocialisti che alle elezioni di domenica 24 sfideranno il Partito democratico di Janša
Domenica 24 si vota in Slovenia per il rinnovo dell’Assemblea Nazionale. Levica (Sinistra) ha nove rappresentanti nel Parlamento sloveno con il 10% ottenuto nelle passate elezioni e un programma che il Governo ha spedito in Corte costituzionale chiedendo la radiazione della formazione politica. Il segretario di Levica, Luka Mesec, da anni è presente in Parlamento come anche nelle piazze della protesta anti Janša. Maglietta bianca sotto la giacca, fissa negli occhi l’interlocutore. Elenca i punti del programma consapevole che solo una coalizione potrà formare un governo contro la destra di Janša: «Lavoriamo tra ciò che è desiderabile e ciò che è possibile. Governare vuol dire anche trovare mediazioni, ma ci sono principi che non possono essere svenduti. La priorità è sostituire Janša, ma ogni futura coalizione dovrà tenere conto che fisco iniquo e privatizzazione dei servizi per noi non sono accettabili».
Siete stati contrari alle agevolazioni fiscali previste dall’attuale Governo.
Ogni centesimo che viene dato ai ricchi è tolto a sanità, istruzione e servizi sociali. E la gente comune pagherà il conto: a cosa ti servono 20 euro in più quando poi devi pagare una visita dal medico o la retta dell’asilo?.
Da sempre Levica si batte in difesa della sanità pubblica.
Stiamo assistendo alla privatizzazione silenziosa della sanità e alla creazione di un sistema sanitario parallelo sotto l’egida delle compagnie assicurative private. Per chi può permetterselo, è chiaro. Nel pubblico i tempi di attesa sono sempre più lunghi e i servizi sempre più scadenti. Ma la salute non è una merce, è un diritto.
Istruzione, sanità, alloggi, sembrano questi i vostri obiettivi irrinunciabili.
È vero. Istruzione e sanità pubbliche sono gli assi portanti di una società solidale e inclusiva. E gli appartamenti non devono essere investimenti speculativi. Vediamo quello che sta accadendo: affitti e prezzi sono alle stelle e gli appartamenti li compra chi possiede già altri immobili. Si tassino le abitazioni di lusso e gli immobili vuoti, così si potranno costruire appartamenti popolari con affitti equi.
Anche in Slovenia i ricchi sono sempre più ricchi.
La concentrazione di ricchezza è uno dei grandi problemi del mondo moderno. I mercati dei capitali e finanziari hanno guadagnato così tanto potere che sono al di sopra dei Paesi. Questo porta al dumping sociale, fiscale ed ecologico e le società democratiche diventano impotenti. Questa tendenza va invertita e non solo tassando il capitale e i ricchi: va aggredito il concetto di proprietà. Sistemi chiave e infrastrutture devono essere statali e va incoraggiata la democrazia economica e la proprietà dei dipendenti nelle aziende, così da diffondere proprietà, profitti e frutti del lavoro. Si avranno aziende socialmente e ambientalmente responsabili e le democrazie riconquisteranno lentamente potere economico. Le eccedenze non scorreranno più nei centri finanziari e tra pochi ricchi: il capitale sarà più sparso e al servizio dei bisogni sociali.
L’anno scorso avete fatto una dura battaglia contro l’aumento delle spese militari. Come vi collocate adesso con la guerra in Ucraina?
Condanniamo l’attacco di Putin all’Ucraina ma condannare l’attacco russo non deve diventare una scusa per una nuova militarizzazione dell’Europa che può essere solo la strada verso nuove tensioni e guerre. Sanzioni generali danneggeranno i cittadini in Russia e Bielorussia – e in Europa – ben più che gli oligarchi. Putin distruggerà due Paesi con la sua folle avventura: Ucraina e Russia. Deve essere portato al tavolo delle trattative al più presto.
Il governo sloveno verso i migranti è stato ed è ancora durissimo. Con i profughi ucraini l’atteggiamento sembra ben diverso.
Rispondo con le parole di Slavoj Žižek al nostro Congresso: la sinistra si confronta con il fatto che anche oggi siamo messi alla prova, non solo Russia e Ucraina. Va salvata l’Europa, ok. Ma quale Europa? Quella che respinge i profughi non bianchi? Se vince questa Europa, non abbiamo bisogno che la Russia ci distrugga: ce la faremo bene da soli.
Avete un programma ecologista e gli sloveni hanno più volte dimostrato di avere attenzione per la natura e la sua tutela.
Siamo socialisti ed ecologisti, le due cose sono inscindibili. Marx è stato uno dei primi a collegare le due facce dello sfruttamento nel capitalismo: lavoratori e natura. Adesso, mentre la natura non riesce più a rinnovarsi, la crescita del capitale può essere soddisfatta solo con una crescente pressione sulle persone perché lavorino più a lungo e più intensamente devastando l’ambiente. È questo il processo che mina l’esistenza sia dell’uomo che della natura. Alcuni passi del Capitale sono riferimenti chiave dell’ecosocialismo. Le ideologie competitive, il liberalismo e il conservatorismo, scommettono sulla tecnologia ma è palesemente falso. Il profitto non può essere tutelato più che la persona.
Accusate Janša di uccidere la democrazia.
Quando il potere si allontana dal popolo, la gente perde fiducia nella politica e nelle istituzioni. Vanno fatte scelte che ridiano gambe alla democrazia, con i referendum per esempio. L’articolo 3 della nostra Costituzione dice che è il popolo ad avere il potere.
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