Si fa viva al-Qaeda. Scatta l’allarme terrorismo in Europa
Israele/Palestina L’entusiasmo jihadista per l’operazione del 7 ottobre travolge le differenze con Hamas. La Francia alza al massimo la sicurezza
Israele/Palestina L’entusiasmo jihadista per l’operazione del 7 ottobre travolge le differenze con Hamas. La Francia alza al massimo la sicurezza
La cattiva informazione parla di «allarme jihad», rispolverando formule ben rodate durante gli anni passati, poi accantonate ma oggi di nuovo utili a trasformare come imminente e certa la minaccia del «terrorismo islamico». La formula ha ripreso vigore in particolare dopo che, ieri, due delle più importanti attrazioni turistiche francesi sono state chiuse ed evacuate per ragioni di sicurezza. La sede del museo Louvre a Parigi è stata chiusa in seguito alla ricezione di un messaggio minaccioso: «Abbiamo scelto di evacuarlo e di chiuderlo per tutta la giornata, il tempo necessario per procedere alle indispensabili verifiche», ha spiegato all’agenzia Afp un funzionario del museo. Sempre a Parigi un allarme più contenuto per una bottiglia contenente protossido di azoto ha portato a sgomberare la sala d’aspetto della Gare de Lyon. Ed è toccato anche al palazzo di Versailles, i cui visitatori sono stati allontanati dopo la ricezione di un messaggio anonimo relativo a una presunta bomba. Che non c’era. Il fatto che non ci fosse non significa che non ci sarà. Ma parlare di allarme jihad o di terrorismo islamico rischia, al solito, di ostacolare la comprensione, anziché favorirla.
A partire dalle differenze storiche, dottrinali e ideologiche tra Hamas, nata all’interno della lunga storia della Fratellanza musulmana, e la vasta rete qaedista che ha sempre visto come antagonista il movimento dei Fratelli musulmani, accusato di collusione con i regimi arabi oppressivi e di praticare anche la via istituzionale e rappresentativa, anziché l’unica ritenuta legittima dagli eredi di Osama bin Laden: il jihad armato. Ma l’azione militare di Hamas ha comunque galvanizzato la galassia dell’islamismo armato. E ricevuto il plauso esplicito di al-Qaeda e dei suoi affiliati, nella cui propaganda «la liberazione di Gerusalemme dall’occupazione sionista» ha sempre avuto un ruolo centrale, anche quando i governi arabi del Medio Oriente impostavano o sottoscrivevano patti con Israele.
I PRIMI a congratularsi sono stati i militanti di al-Qaeda nel Magreb islamico (Aqim) e del Gruppo per il sostegno all’Islam e ai musulmani (Jnim), con una dichiarazione congiunta in cui hanno incoraggiato nuovi attacchi e violenze contro gli ebrei. Non solo in Israele.
«Inviamo questo messaggio d’amore ai nostri fratelli in Palestina in generale, e a Gaza in particolare, specialmente a Jund al-Aqsa e alla Brigata dei martiri Izz al-Din Qassam», recita l’incipit del comunicato che, usando una formula retorica ben conosciuta, descrive l’attacco di Hamas come un tentativo per «sollevare la spada dell’umiliazione dal collo» dei musulmani, invita anche i palestinesi della Cisgiordania a sollevarsi e fa appello all’unità della Umma islamica, la grande comunità dei fedeli, grazie a cui sarà possibile liberare Gerusalemme.
L’affiliato jihadista con sede nello Yemen, al-Qaeda nella penisola arabica (Aqap), si è congratulato con Hamas per le «vittorie benedette» e le «operazioni audaci» e si è rivolto ai musulmani in Siria, Egitto, Libano e Giordania affinché sostengano i militanti palestinesi «con qualsiasi mezzo possibile», senza preoccuparsi dei governi arabi che ostacolano la rivolta. Anche questo, un tema ricorrente e di vecchia data.
L’ecosistema jihadista in questi anni ha avuto carte facili nella propaganda anti-governativa: ha potuto denunciare da una parte l’ipocrisia dei governi arabi, «pronti a svendere Gerusalemme» e la Palestina nei processi di normalizzazione dei rapporti con Israele e Stati Uniti; dall’altra i leader politici palestinesi, portavoce di progetti nazionalisti sterili e inefficaci, se non controproducenti. Al contrario del jihad, unica soluzione: così racconta la propaganda. Anche quella della branca centrale di al-Qaeda, che in un comunicato successivo a quello dei suoi affiliati locali nel mondo ha invocato l’unità di tutti i jihadisti contro Israele.
Senza dimenticare di denigrare e ammonire Tel Aviv: la tecnologia più sofisticata, giurano i qaedisti, non impedirà la riconquista di Gerusalemme.
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