I Hanno sgomberato il presidio aggirando il blocco. Così ieri 1.000 agenti di polizia hanno vinto la battaglia di ordine pubblico contro 300 ambientalisti barricati davanti al mega-sito estrattivo del colosso energetico Rwe. E così i Verdi ieri hanno perso la guerra del carbone contro gli attivisti di Last Generation e Fridays For Future allargando la frattura politica fin nel cuore del partito.

A denunciare il doppio tradimento del vice-cancelliere Robert Habeck e della ministra dell’Ambiente del Nordreno-Vestfalia non è più solo Luisa Neubauer (che oltre a essere leader del FFF è un’importante esponente dei Grünen) ma anche i Giovani Verdi. «Disboscare alberi, radere al suolo il villaggio di Lützerath e infine bruciare il carbone estratto dal suo sottosuolo è un errore gravissimo» è la posizione di Renas Sahin, portavoce nel Nordreno-Vestfalia, antitetica alla linea-Habeck.

Ieri il co-segretario dei Verdi, nelle vesti di ministro dell’Economia, ha liquidato il caso in pochi secondi. «Il problema non c’è. Il villaggio di Lützerath è disabitato. Il presidio in difesa è un falso simbolo dell’ambientalismo».

Non sono d’accordo le 200 personalità pubbliche tedesche – dalle band musicali Deichkind, Sportfreunde Stiller, Revolverheld, agli attori Clemens Schick, Luisa-Céline Gaffron e Armin Rohde – che hanno firmato la lettera aperta al governo Scholz chiedendo di fermare lo sgombero. «Lützerath può diventare un momento di futuro, risveglio della politica sul clima e democrazia, oppure il segnale devastante dei profitti aziendali anteposti alla tutela del bene comune».

In teoria sospendere lo sgombero è ancora possibile; la sola rimozione del presidio principale degli attivisti davanti all’entrata principale della miniera non soffoca automaticamente l’occupazione. Per dirla in termini e stime diffuse della polizia: il tempo per «stanare» i non pochi irriducibili rifugiati negli edifici o in cima agli alberi «potrebbe superare cinque settimane».

La miniera di Garzweiler – il più grande sito di estrazione del carbone in Europa – occupa oltre 80 chilometri quadrati; a ostacolare gli agenti si aggiungono le poche ore di luce disponibili per dare la caccia a chi si è nascosto nei meandri dei crateri.

Sono i due ostacoli all’operazione repressiva in grande stile che chiede la Cdu e caldeggia l’informazione di centrodestra. Sulla Bild la catena umana e la mobilitazione popolare da mesi sotto i riflettori pubblici si riducono a «Klima terroristen che lanciano pietre e molotov contro le forze dell’ordine».

Sotto il profilo politico, invece, si spalanca il problema dei Verdi di governo, ormai davvero diametralmente opposti a quelli che hanno scritto il patto di coalizione nel 2021.

In nome dell’indiscutibile economia di guerra hanno fatto retromarcia sul gas e resuscitato il carbone. Ma la grana per i Verdi non è tanto la questione etico-morale. In Germania inizia a girare una domanda pericolosa: c’è spazio per un nuovo partito ambientalista?