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Sgomberato il campo profughi di Lipa. La protesta dell’Oim

Sgomberato il campo profughi di Lipa. La protesta dell’OimRifugiati lasciano il campo di Lipa tra Bosnia e Croazia – Ap

Bosnia Nella tarda serata di lunedì è iniziato il trasferimento di un primo gruppo di migranti, circa 350: dovrebbero essere portati vicino Sarajevo e in altre strutture di Bihac, al confine con la Croazia. Protesta dei residenti a Bradina per l’arrivo di alcuni profughi

Pubblicato quasi 4 anni faEdizione del 30 dicembre 2020

Il campo profughi di Lipa in Bosnia-Erzegovina è stato definitivamente sgomberato. Nella tarda serata di lunedì è iniziato il trasferimento di un primo gruppo di migranti, circa 350, rimasti nella tendopoli andata a fuoco una settimana fa. Undici autobus hanno portato via gli altri migranti che si trovavano nel campo e nelle foreste circostanti.

I media locali riferiscono che i rifugiati dovrebbero essere portati in alcuni centri di accoglienza vicino Sarajevo e in altre strutture di Bihac, la cittadina vicina al confine con la Croazia, tappa obbligata per il passaggio verso l’Europa.

Al momento dello sgombero era presente il personale della Croce Rossa, di Save the Children, oltre che dell’Organizzazione Internazionale delle Migrazioni (Oim). L’Agenzia dell’Onu, che aveva interrotto le attività sul campo in polemica con le autorità locali per non aver provveduto ad attrezzare la tendopoli per l’inverno, aveva chiesto a più riprese una soluzione immediata per il trasferimento dei migranti e prevenire così una catastrofe umanitaria.

L’Oim aveva criticato inoltre le autorità bosniache per non aver provveduto alla tutela minima dei migranti, affermando che sull’intero territorio del Cantone di Una Sana, la regione più interessata dai flussi migratori, sarebbero tremila i migranti fuori dai centri di accoglienza.

D’altra parte, le autorità cantonali si erano opposte al ricollocamento dei profughi sul proprio territorio. A inizi settembre la città di Bihac aveva ordinato la chiusura del centro di accoglienza allestito nell’ex fabbrica del Bira che ospitava circa tremila migranti, disponendo il divieto di ingresso dei profughi provenienti da altre zone del Paese. Alcuni rifugiati sono stati obbligati a scendere al confine con il cantone, in una terra di nessuno nelle vicinanze di Otoka, altri erano stati trasportati al campo di Lipa.

Secondo quanto riportato da Aljazeera Balkans, il governo starebbe valutando l’ipotesi di trasformare il campo profughi di Lipa, a 30 km da Bihac, in un centro di accoglienza permanente, prima però sono necessari dei lavori per dotare la tendopoli di riscaldamenti, rete elettrica e acqua corrente.

Intanto un gruppo di residenti di Bradina, villaggio di Konjic, in Erzegovina, si è radunato davanti ai capannoni di una struttura militare per protestare contro l’arrivo di alcuni migranti del campo di Lipa. Il ministro delle Finanze Vjekoslav Bevanda ha diramato una nota in cui sottolinea che non esiste alcuna delibera o documento ufficiale dell’esecutivo che dispone il trasferimento dei profughi nel villaggio. Sventata la catastrofe umanitaria, insomma resta l’incubo dell’intolleranza.

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