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Sea Watch davanti Lampedusa. Salvini: «Non la passeranno liscia»

Sea Watch davanti Lampedusa. Salvini: «Non la passeranno liscia»

Mediterraneo Matterella firma il decreto sicurezza bis. La commissione Ue: «La Libia non è un porto sicuro»

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 15 giugno 2019
Solo sedici miglia separavano ieri sera la Sea Watch 3 da Lampedusa. La nave della ong tedesca è rimasta tutto il giorno al largo dell’isola senza neanche tentare di entrare nelle acque territoriali italiane per non offrire pretesti al ministro degli Interni Matteo Salvini. «Ciondolano nel Mediterraneo e giocano sulla pelle dei migranti», è tornato ad attaccare il leghista, al quale ieri si è aggiunto anche il premier Giuseppe Conte che da Malta, dove si trovava per il vertice dei Paesi Ue del Mediterraneo, ha chiesto «maggiore trasparenza da parte delle ong».
A bordo della nave, che mercoledì ha salvato 53 migranti tra i quali quattro bambini e nove donne, quello di tornare indietro e di sbarcare i migranti in Libia, come chiede Salvini, è un pensiero che non sfiora nemmeno le menti del comandante e dell’equipaggio. Con la guerra civile che infuria da mesi provocando morti e feriti, il Paese è lontano dall’essere il porto sicuro richiesto dai trattati internazionali nel quale poter sbarcare uomini, donne e bambini. E questo anche se giovedì le autorità del Paese nordafricano hanno indicato alla Sea Watch 3 proprio Tripoli come porto dove effettuare lo sbarco. Un’indicazione che, visto come vanno le cose in Libia tra guerra civile e violenze sui migranti, ha tutto il sapore della provocazione. «Il fatto che la Libia non sia un porto sicuro non lo diciamo noi, che riportando indietro i migranti commetteremmo un crimine», ha spiegato la portavoce di Sea Watch, Giorgia Linardi. «Lo dice la stessa missione Onu in Libia, l’Unhcr, la Commissione europea, la Farnesina e lo ha ammesso lo stesso ministro degli Interni».
Parole confermate ieri dalla portavoce della commissione Ue che, pur riconoscendo che la commissione non ha competenze per quanto riguarda l’assegnazione di un porto sicuro, ha però ricordato come «tutte le navi con bandiera europea devono seguire le regole internazionali, che significa che devono portare le persone in un porto che sia sicuro. La commissione – ha concluso al portavoce – ha sempre detto che queste condizioni non ci sono attualmente in Libia».
Ieri sera il presidente Mattarella ha firmato il decreto sicurezza bis che diventerà operativo oggi con la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale. Questo significa che il comandante della Sea Watch 3 rischia i sequestro della nave e una multa tra i 10 mila e i 50 mila euro, e ha permesso a Salvini di affermare che «ci sono in acqua tutti i mezzi e gli strumenti legislativi necessari per evitare che questi aiutanti dei trafficanti, nei fatti, arrivino in Italia».
In attesa che la situazione si sblocchi alcune città tedesche, tra le quali Berlino, si sono offerte di accogliere i migranti che si trovano sulla Sea Watch. «Se necessario sono pronto a mandare degli autobus per prendere queste persone», ha detto il sindaco di Rottenburgs, nel Land del Baden-Württemberg. Perché questo possa accadere, però, è necessario che prima la Sea Wach 3 possa trovare un approdo. Cosa che la momento appare difficile. «I porti italiani restano chiusi, non pensino di passarla liscia», tuonava ancora in serata Matteo Salvini

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