C’erano due morti e quattro feriti sul barcone partito dalla Libia con 59 persone che nella notte tra martedì e mercoledì è stato soccorso dalla Sea-Eye 4. L’Sos era stato diffuso dal centralino Alarm Phone, la nave umanitaria ha cercato i naufraghi per cinque ore prima di riuscire a localizzarli. «Quando siamo arrivati in due erano già senza vita», dicono dalla Ong. Le cause del decesso restano ancora da accertare. «Siamo molto addolorati che due persone non siano sopravvissute», afferma Gerd Klausen, medico di bordo.

Viaggiavano nel vano inferiore del barcone di legno a due piani i quattro feriti che da subito hanno presentato gravi sintomi di avvelenamento da carburante. A bordo le loro condizioni di salute sono rapidamente peggiorate. Per questo la responsabile delle operazioni di ricerca e soccorso (Sar) Julie Schweickert ha chiesto un’evacuazione medica urgente alle autorità italiane e a quelle maltesi. «Sottocoperta non sono riusciti a sfuggire ai vapori tossici del carburante e di conseguenza hanno perso conoscenza», afferma l’Ong. Un migrante è stato portato nella notte a La Valletta in elicottero, altri tre sono stati sbarcati a Lampedusa all’alba di ieri. La nave ha potuto attraccare in banchina per far scendere a terra i tre uomini originari del Bangladesh trasferiti immediatamente al poliambulatorio e poi da lì verso gli ospedali di Agrigento e Palermo. Successivamente, alla Sea-Eye è stato assegnato il luogo sicuro di sbarco di Porto Empedocle, dove è attesa in mattinata anche a causa del maltempo. A bordo, oltre alle due salme, restano quindi 53 sopravvissuti.

Andranno nell’hotspot di contrada Caos, voluto e realizzato dalla prefettura di Agrigento e dal Viminale che diventa operativo per la prima volta. I lavori sono andati avanti tra l’agosto del 2023 e il mese scorso. Tutte le persone dovranno essere identificate e fotosegnalate dal momento che si tratta di un vero e proprio sbarco e non, come avviene in genere, di un trasferimento da Lampedusa.

Intanto dalla maggiore delle Pelagie il sindaco Filippo Mannino è tornato a chiedere al Viminale l’ambita nave per i trasferimenti veloci. «Sono stati risolti tanti problemi ma un nodo resta da sciogliere: l’utilizzo di una nave dedicata per consentire trasferimenti veloci dall’isola. Il mio auspicio è che il ministero dell’Interno intervenga in tal senso prima dell’arrivo dell’estate e della ripresa dei flussi migratori», ha detto ieri il primo cittadino che teme di vedere ancora una volta l’hotspot di Contrada Imbriacola strapieno nei giorni di picco degli arrivi via mare.

Dall’inizio dell’anno in Italia sono sbarcate complessivamente 4.461 persone, contro le 14.428 dello scorso anno nello stesso periodo. Il maltempo registrato negli ultimi giorni ha momentaneamente interrotto gli arrivi autonomi.