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Scuola sotto attacco a Gaza. Via libera alla guerra all’Iran

Scuola sotto attacco a Gaza. Via libera alla guerra all’IranLa scuola di Deir al Balah colpita da Israele – Ansa

Palestina Sono almeno 28 le vittime. Continua il raid nel nord della Striscia, uccisi anche tre soldati

Pubblicato 15 minuti faEdizione del 11 ottobre 2024
Michele GiorgioGERUSALEMME

Si è riunito ieri sera il gabinetto di sicurezza israeliano chiamato ad autorizzare il premier Netanyahu e il ministro della Difesa Gallant a decidere la data, gli obiettivi e le dimensioni dell’attacco contro l’Iran. Il voto favorevole appariva scontato. Non solo la maggioranza di governo, anche l’opposizione è a favore alla rappresaglia contro Teheran, e così l’opinione pubblica. Dopo il voto, i cacciabombardieri F-16 e F-35 potranno decollare in qualsiasi momento verso l’Iran. Nel mirino forse hanno anche le centrali atomiche iraniane. Stando ai media locali, nel colloquio telefonico di mercoledì con Joe Biden, Netanyahu non ha presentato il piano completo della risposta di Israele ai missili lanciati da Teheran il primo ottobre per vendicare le uccisioni del leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, e del capo di Hamas, Ismail Haniyeh. Non si può perciò escludere quell’opzione che rischia di far sprofondare il Medio oriente in una guerra totale su più fronti. Gli Stati del Golfo sono molto preoccupati per le conseguenze dell’escalation e fanno pressioni su Washington affinché impedisca a Israele di attaccare i siti petroliferi iraniani: temono che i loro impianti possano poi finire, per ritorsione, sotto attacco da parte di Teheran. La Reuters scrive che Arabia saudita, Emirati e Qatar si rifiutano di consentire a Israele di sorvolare il loro spazio aereo per l’attacco all’Iran e lo hanno comunicato a Washington.

Continua nel frattempo l’offensiva di terra israeliana a nord e a sud, in Libano e a Gaza. E se in queste ore fanno clamore le cannonate sparate da Israele contro la base Unifil sulla collina di Labbune, nell’area di responsabilità del contingente italiano nel Libano del sud, le autorità israeliane aumentano allo stesso tempo la pressione contro l’Unrwa, l’agenzia dell’Onu che assiste i profughi palestinesi, accusata di «terrorismo» dal governo Netanyahu e che rischia la confisca del suo quartier generale a Gerusalemme e altre misure punitive.

Morte, dolore e distruzione restano la quotidianità della gente di Gaza. Ieri un attacco aereo su una scuola che ospita sfollati a Deir al Balah ha ucciso almeno 28 persone e ferito altre 54, tra cui donne e bambini, mentre al Kamal Adwan e altri due ospedali nel nord è stato intimato di evacuare entro 24 ore altrimenti subiranno un assalto. Israele sostiene di aver condotto un «attacco mirato contro terroristi» che avevano un centro di comando nella scuola. E accusa Hamas di nascondere uomini e armi nelle infrastrutture civili. Il movimento islamico ha sempre negato tali accuse.

Nel nord di Gaza è giunta al settimo giorno l’ennesima offensiva israeliana a Jabalia, il più grande degli otto campi profughi della Striscia, a Beit Hanoun e a Beit Lahiya che ha già ucciso 130 palestinesi. L’avanzata dei reparti corazzati rischia di travolgere gli ospedali tornati parzialmente operativi nel nord per offrire almeno i servizi d’emergenza ai 400mila palestinesi che sono intrappolati in quella parte di Gaza. Hussam Abu Safiya, il direttore del Kamal Adwan, ha avvertito che otto pazienti, per lo più bambini con gravi ferite, rischieranno la vita se l’esercito israeliano imporrà l’evacuazione e che l’ospedale sta esaurendo le scorte di carburante per i generatori autonomi. I bombardamenti israeliani hanno già causato alcuni danni all’ospedale e impediscono il recupero dei cadaveri che giacciono sulle strade. Parlando alle Nazioni unite, Ramesh Rajasingham, direttore dell’Ufficio dell’Onu per il coordinamento degli affari umanitari, ha dichiarato che una delegazione dell’Ocha e dell’Oms non è riuscita a raggiungere il Kamal Adwan nonostante il via libera dell’esercito israeliano. «Il team – ha raccontato il funzionario Onu – ha aspettato per ore a un punto concordato (con le autorità militari, ndr) e, alla fine, la missione è stata annullata». Rajasingham ha aggiunto che queste situazioni non sono insolite. «A settembre – ha sottolineato – meno del 10% delle missioni coordinate a nord (di Gaza) sono state facilitate dalle autorità militari».

A Jabalia, dove da una settimana prosegue una massiccia incursione – per impedire «ad Hamas di riorganizzarsi in quell’area» affermano i comandi militari israeliani -, ieri un bombardamento aereo ha ucciso almeno 12 palestinesi. Per l’esercito di Tel Aviv erano tutti «terroristi» in un «centro di comando», alcuni dei quali avrebbero preso parte all’attacco di Hamas in Israele il 7 ottobre 2023. Migliaia di civili scappano verso sud, alcuni di loro affermano che i soldati israeliani compiono arresti ed interrogatori tra quelli in fuga. Hamas e Jihad dichiarano di continuare a combattere gli occupanti e di aver preso di mira 12 veicoli militari e un camion carico di soldati, causando morti e feriti. Israele ha ammesso ieri sera che tre dei suoi soldati sono stati uccisi in un agguato nel nord di Gaza. E aggiunge di aver a sua volta ucciso almeno 40 combattenti palestinesi e un comandante di Hezbollah a Beirut, Wafiq Safa. Ha inoltre arrestato cinque palestinesi, sedicenti militanti dell’Isis, che, sostiene, si preparavano a compiere attentati.

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