«Abbiamo trovato una forzatura inopportuna chiedere i tre giorni di lutto nazionale. È naturale che si riservi a persone che hanno unito la Repubblica, caratteristiche che non corrispondono al Berlusconi politico».

Il giorno dopo il funerale del Cavaliere, cui Schlein ha partecipato con una delegazione del Pd, la leader dem fa sapere che, in fondo, condivide le obiezioni mosse subito da Rosy Bindi sulla scelta del governo di proclamare il lutto nazionale per un ex premier, cosa che non si era mai verificata neppure per padri della patria come Alcide De Gasperi.

Schlein, che in questi giorni non aveva mai fatto filtrare la sua contrarietà al lutto nazionale, ieri ha preso posizione: «Abbiamo portato rispetto al funerale. Ma non partecipiamo alla beatificazione di Berlusconi. Ricordiamo le leggi ad personam, il conflitto d’interesse, la mercificazione di tutto». Un giudizio molto netto, cui Schlein aggiunge un ricordo generazionale: «Non l’ho mai conosciuto in vita. L’impegno politico di tanti è nato in opposizione al berlusconismo».

La segretaria coglie l’occasione di un’intervista SkyTg24 per dire «non c’è momento più sbagliato che cogliere la morte di Berlusconi per portare avanti riforme a spallate». In particolare sulla giustizia, tema che ha attraversato tutta la vita politica del leader di Forza Italia. «Siamo contrari all’abrogazione dell’abuso d’ufficio, perché andrebbe anche contro agli impegni internazionali. L’Ue sta per approvare una direttiva anti-corruzione che chiede uno strumento di quel tipo. Siamo però dell’idea che si possa riformare la fattispecie per evitare alcuni effetti distorsivi. Un conto è la riforma, altro è l’abrogazione tout court, che renderebbe ancora più difficile negoziare il Pnrr».

Secondo Schlein dunque la maggioranza si prepara a «utilizzare l’emotività seguita alla morte di Berlusconi per spingere una soluzione che sarebbe sbilanciata rispetto a quelle che sono le necessità dell’ordinamento».

Parole che fanno infuriare i forzisti. Licia Ronzulli, capogruppo al Senato, accusa Schlein addirittura di «mancare di rispetto» al defunto Cavaliere. «La sua capacità di unire si è vista al funerale, l’affetto e la commozione di un intero Paese contano più di mille attacchi strumentali: la decisione del governo di proclamare il lutto per la scomparsa di uno statista è sacrosanta».

Ieri Schlein è stata a Bologna, a casa di Romano Prodi, per portare le condoglianze personali e del Pd al fondatore dell’Ulivo, che martedì ha perso la moglie Flavia, morta improvvisamente durante una camminata in Umbria con il marito. La leader Pd è uscita dalla casa di via Gerusalemme visibilmente commossa. I funerali di Flavia Franzoni saranno celebrati oggi a Bologna dal cardinale Matteo Zuppi. La direzione Pd, prevista per oggi, è stata rimadnata a lunedì.

All’europarlamento ieri si è registrata un’altra spaccatura nel Pd, quando l’aula ha votato una risoluzione che invita la Nato ad accelerare il processo di adesione dell’Ucraina da «ultimare quanto prima». La linea ufficiale è stata l’astensione, condivida dalla gran parte dei dem, ma Mercedes Bresso e Elisabetta Gualmini hanno votato a favore e Massimiliano Smeriglio (che non è iscritto al Pd) ha votato contro.

I dem si sono dunque spaccati su questo paragrafo, ma alla fine hanno dato voto favorevole (con l’eccezione di Smeriglio) alla risoluzione nel suo complesso che chiede anche di far iniziare i negoziati per l’ingresso dell’Ucraina nella Ue entro la fine del 2023 e invoca un ulteriore pacchetto di misure europee per la ripresa economica di Kiev. Schlein, dal canto suo, ha ribadito la richiesta di una azione europea per il cessate il fuoco e il suo sostegno all’azione di pace del Vaticano.