Scandalo d’Europa, l’inchiesta ora si sposta in Italia
I giudici alla ricerca di persone che potrebbero aver ricevuto soldi da Panzeri. Domani la moglie davanti ai giudici di Brescia
I giudici alla ricerca di persone che potrebbero aver ricevuto soldi da Panzeri. Domani la moglie davanti ai giudici di Brescia
Domani lo scandalo delle presunte tangenti pagate dal Qatar farà nuovamente tappa in Italia. Di fronte alla Corte d’Appello di Brescia è attesa infatti Maria Dolores Colleoni, 68 anni, moglie dell’ex europarlamentare Antonio Panzeri, uno dei protagonisti italiani dell’inchiesta della magistratura belga che sta scuotendo il parlamento europeo. I giudici dovranno decidere se affidare o meno la donna e sua figlia Silvia Panzeri, entrambe ai domiciliari dopo l’arresto avvenuto il 9 dicembre, alla giustizia belga. Il giorno dopo, martedì, toccherà a Silvia Panzeri comparire davanti ai giudici. «Sono incredule, sono due persone che non hanno mai avuto nessun problema con la giustizia. Sono estranee a tutto» ha detto ieri l’avvocato Nicola Colli, uno dei difensori delle due donne.
Non la pensa allo stesso modo Michel Claise, il giudice belga che ha firmato il mandato di arresto europeo. Per lui Maria Colleoni e la figlia «sembrano essere pienamente consapevoli delle attività» svolte da Panzeri, al punto da sembrare «persino partecipare al trasporto dei ’regali’ dati al Marocco da A.A., ambasciatore del Marocco in Polonia». Per il giudice di Bruxelles Colleoni avrebbe anche detto a Panzeri «di aprire un conto bancario in Belgio e aveva apparentemente insistito che non voleva che lui facesse operazioni senza che lei potesse controllarle (…) Questo indica – prosegue Claise – che Maria Colleoni esercita un qualche tipo di controllo sull’attività del marito o che perlomeno cerca di mantenere un controllo». La decisione dei giudici è attesa entro Natale, al massimo per i primi di gennaio.
Le accuse verso madre e figlia al momento devono essere ancora provate, ma ormai una cosa appare certa: nata in Belgio, l’inchiesta sulle presunte tangenti pagate per «ripulire» l’immagine di Qatar e Marocco ha trovato in Italia un filone importante. La procura di Milano sarebbe alla ricerca di una serie di conti corrente e di eventuali persone collegate a Panzeri che potrebbero aver ricevuto soldi dalla sua ong FightImpunity. Attività investigative che potrebbero portare i magistrati milanesi ad aprire un proprio fascicolo di indagine.
A DIRSI INNOCENTE è anche Eva Kaili, l’ex vicepresidente del parlamento europeo e compagna di Francesco Giorgi che invece avrebbe confessato e starebbe aiutando i giudici a muoversi nelle pieghe dell’inchiesta. Per giovedì 22 è fissata l’udienza in tribunale nella quale verrà deciso se scarcerala oppure no. Ieri l’eurodeputata tedesca dei Verdi Hannah Neumann, presidente della Delegazione dell’Eurocamera per le relazioni con la penisola arabica, in un’intervista al New York Times ha raccontato di quando la politica greca esponente del Pasok si recò in Qatar al posto suo: «Ha rilasciato dichiarazioni molto più favorevoli al Qatar rispetto alla posizione del parlamento, fingendo di parlare al nome del parlamento», ha spiegato. Neumann ha spiegato che il viaggio in Qatar era stato programmato per verificare i progressi fatti dall’emirato in vista dei Mondiali di calcio, ma in seguito il governo dell’emirato le aveva comunicato di averlo cancellato. La politica tedesca ha quindi spiegato di essersi sentita stupita e arrabbiata quando un mese dopo ha appreso che Kaili si era presentata a Doha al posto suo.
INTANTO DOPO che si è saputo che anche i servizi italiani hanno partecipato alle indagini è previstaa un’audizione dei vertici davanti al Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica. Martedì 20 alle 12 sarà sentito Giovanni Caravelli, direttore dell’Agenzia informazioni per la sicurezza esterna; mercoledì 21 alle 9 sarà invece la volta di Mario Parente, direttore dell’Agenzia informazioni per la sicurezza interna.
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