Sbarcano i migranti dell’Ocean Viking, ma altre due navi restano senza porto
Mediterraneo Per l’Alan Kurdi, con 90 naufraghi a bordo, e per l’Open Arms, che ne ha salvati 15, di cui due bimbi piccoli e 5 minorenni, ancora non si trova una soluzione
Mediterraneo Per l’Alan Kurdi, con 90 naufraghi a bordo, e per l’Open Arms, che ne ha salvati 15, di cui due bimbi piccoli e 5 minorenni, ancora non si trova una soluzione
Dopo 12 giorni a bordo, l’Ocean Viking è attraccata ieri a Pozzallo con i 104 naufraghi salvati dai volontari dell’ong francese Sos Méditerranée e Medici senza frontiere. Tra loro 12 donne e 47 minori, 31 non accompagnati. L’empasse si è sbloccata quando Francia e Germania hanno accettato di accoglierne 70. Tutto il gruppo soffriva di scabbia mentre è stato necessario il ricovero per due donne in gravidanza e per due bimbi (uno di tre e l’altro di 15 mesi), entrambi con problemi respiratori. Ad assistere allo sbarco l’equipaggio della Eleonore, la nave dell’ong tedesca Lifeline è bloccata nel porto di Pozzallo: «Siamo in attesa delle autorità italiane» hanno commentato ieri rassegnati. In stato di fermo anche due navi della piattaforma italiana Mediterranea e quella dell’ong Sea Watch. Entrambe le ong denunciano: «Non c’è alcun motivo legale per tenerle ancora ferme, il blocco amministrativo è decaduto e non ci sono più esigenze cautelari. È un gravissimo atto politico».
Resta invece in acque internazionali, al largo di Linosa, l’Alan Kurdi dei volontari tedeschi di Sea Eye con i 90 naufraghi salvati sabato scorso. La richiesta di un porto sicuro all’Italia è ancora senza risposta ma la Commissione europea è al lavoro per un accordo sulla redistribuzione dei migranti a bordo. Si tratta del gruppo che è stata minacciato durante le operazioni di salvataggio da due motoscafi libici, attrezzati con mitragliette a prua. Dopo gli spari di avvertimento, che hanno messo in pericolo la vita dei naufraghi e dell’equipaggio, il ministro dell’Interno tedesco ha chiesto un nuovo codice di condotta per il salvataggio in mare.
Senza porto di sbarco anche un’altra nave umanitaria, l’Open Arms. Ieri era in acque internazionali tra la Libia e Lampedusa. Martedì hanno salvato 15 migranti alla deriva su un gommone che imbarcava acqua. Tra di loro due bimbi piccoli, uno ieri ha compiuto un anno, e cinque minorenni. Ad avvistare il mezzo in difficoltà era stato l’aereo da ricognizione Moonbird, i mercantili in zona hanno ignorato la richiesta di soccorso. Open Arms li ha cercati per 24 ore prima di individuarli.
Tra i naufraghi c’è Samir, raccontano i volontari catalani: «È fuggito dalla Libia per curarsi. Lui è le altre 14 persone hanno dovuto affrontare un forte temporale, ore di navigazione con i tubolari sgonfi. Li abbiamo visti e non ci siamo voltati dall’altra parte».
Le ong non sono le sole a lamentare la mancanza di discontinuità in tema migranti rispetto al Conte uno. Anche l’attuale alleato di governo dem preme per un cambio di passo che marchi la differenza rispetto alla propaganda sovranista. Ieri la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese ha spiegato: «Sui decreti Sicurezza c’è stato un intervento del Capo dello stato. In prima battuta opereremo modifiche per renderli conformi ai rilievi. Il governo entro la fine dell’anno affronterà il problema». Una risposta che non sembra indicare un’inversione di rotta, anche per non scontentare Luigi Di Maio che i dl Sicurezza ha avallato.
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