Salvini spinge sul dl sicurezza: «Subito in consiglio dei ministri»
Migranti Il divieto di ingresso alle navi delle ong deciso dal Viminale con Difesa e Trasporti
Migranti Il divieto di ingresso alle navi delle ong deciso dal Viminale con Difesa e Trasporti
Il premier Conte? «L’ho sentito, abbiamo detto di vederci. Lui oggi (ieri, ndr) va fuori, a Bruxelles, io sono qui domani e dopodomani. Spero che il consiglio dei ministri venga convocato questa settimana. Eravamo rimasti in questo modo e dl sicurezza è pronto».
Spinge, Matteo Salvini. Passata la tornata elettorale e incassato un successo superiore alle migliori aspettative, adesso il ministro degli Interni chiama gli alleati al rispetto degli impegni presi una settimana fa, prima dell’election day. Si era detto che ogni decisione sarebbe stata rinviata a dopo il voto e adesso che le urne sono chiuse preme perché gli impegni presi vengano rispettati. «Siamo impegnati, io come gli altri ministri della Lega, a riprendere in mano, definire e chiudere tutti i dossier», avverte. «Siamo pronti ad arrivare in cdm sul decreto sicurezza bis con l’accordo di tutti». Tutti, compresi i 5 Stelle che pure durante la campagna elettorale hanno dimostrato di non gradire troppo le nuove misure volute da Salvini contro le navi delle ong.
Dal Viminale ieri è uscita la versione numero cinque del decreto sicurezza bis. Il nuovo testo tiene conto delle perplessità espresse dal capo dello Stato soprattutto per quanto riguarda il trasferimento di alcuni poteri dal ministero dei Trasporti al Viminale. L’articolo 1, che in precedenza assegnava proprio al ministro degli Interni il potere di «limitare o vietare l’ingresso, il transito o la sosta di navi nel mare territoriale», è stato riscritto in modo da attenuare i poteri del ministro leghista. La nuova versione prevede infatti che il divieto di ingresso nelle acque territoriali italiane sia sì deciso dal ministro degli Interni ma «in concerto» con il ministro della Difesa e con il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti secondo le proprie competenze, e «informandone il presidente del Consiglio dei ministri». Salta anche la reclusione da uno a tre anni, inizialmente inserita nell’articolo 6 del decreto, per chi nelle manifestazioni di piazza ostacola i pubblici ufficiali.
Anche così il provvedimento resta fortemente ideologico e punitivo nei confronti delle navi che operano salvataggi di migranti nel Mediterraneo centrale. Rimangono infatti le sanzioni amministrative verso i comandante, l’armatore e il proprietario della nave che non rispetta il divieto di ingresso nelle acque territoriali (le sanzioni previste vanno da 10 mila e 50 mila euro) senza escludere la possibilità del sequestro amministrativo. Passaggio non indifferente: la decisione sulle eventuali sanzioni da prendere contro le navi delle ong viene presa dal prefetto, un organo che dipende dal ministero degli Interni. Restano infine anche le misure sull’ordine pubblico, come quelle previste all’articolo 6 dove è previsto il raddoppio delle pene e delle sanzioni amministrative per chi viola il divieto di uso dei caschi in occasione di manifestazioni pubbliche e per «chiunque nel corso di manifestazioni in luogo pubblico o aperto al pubblico» lancia «razzi, bengala, fuochi artificiali, petardi» così da creare un «concreto pericolo per l’incolumità delle persone». «La convinzione del dicastero è che siano stati soddisfatti tutti gli interrogativi tecnici», spiegava ieri sera una nota del Viminale.
Preoccupazione, infine, è stata espressa da alcune associazioni per l’istituzione presso il ministero degli Esteri (articolo 12 del decreto) di un fondo di 2 milioni per i rimpatri dei migranti irregolari subordinato a una «particolare collaborazione» da parte dei paesi di origine. «Come attori di solidarietà internazionale – scrivono il Coordinamento italiano ong internazionali (Cini), l’Associazione elle organizzazioni italiane di cooperazione e solidarietà internazionale (Aoi) e la rete di ong Link2007 -non possiamo che essere allarmati dai contenuti di u articolo che schiaccia il nesso tra migrazione e sviluppo su una dimensione securitaria».
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