Salvini prova a rovinare la festa dei ragazzi napoletani, ma non ci riesce
Piazza Plebiscito Il corteo di studenti è stata stoppato da polizia e carabinieri in assetto antisommossa a due passi dalla meta finale: non si passa più, c’è il ministro accolto dal suo presidio. Ma alla fine li hanno dovuti far passare
Piazza Plebiscito Il corteo di studenti è stata stoppato da polizia e carabinieri in assetto antisommossa a due passi dalla meta finale: non si passa più, c’è il ministro accolto dal suo presidio. Ma alla fine li hanno dovuti far passare
«Siamo in 50mila in sciopero per il futuro» hanno gridato dal megafono ieri a Napoli: un corteo di ragazzi delle scuole con cartelli colorati, striscioni, mani e volti dipinti di verde. Niente bandiere di partito, niente fumogeni, gruppi sparsi che lungo il cammino raccoglievano cartacce e rifiuti dai marciapiedi. Hanno attraversato il centro storico, meta finale piazza del Plebiscito. Avevano l’entusiasmo, avevano anche da una settimana l’autorizzazione della questura. Ma certe volte potrebbe non bastare se vivi in un paese di ministri capricciosi in perenne campagna elettorale.
È capitato, infatti, che il ministro dell’Interno Matteo Salvini abbia deciso, ventiquattr’ore prima, di venire ieri a Napoli per presiedere un Comitato per l’ordine e la sicurezza. In tempo per intestarsi una serie di arresti di appartenenti ai clan, a cominciare dal superlatitante Marco Di Lauro. Quello di ieri è stato il terzo comitato con Salvini, il rito prevede che ad accoglierlo ci sia il presidio dei leghisti partenopei: un manipolo di reduci della destra da Forza Italia a Casa Pound passando per il Msi, unici autorizzati dalla questura a ogni visita di Salvini a sostare davanti la prefettura, proprio a piazza del Plebiscito, in modo da poter inneggiare al Capitano e mostrarsi adoranti in pose da selfie.
Così ieri il corteo è stata stoppato da polizia e carabinieri in assetto antisommossa a due passi dalla meta finale: non si passa più, c’è Salvini e c’è il suo presidio. Alle proteste dei ragazzi, le divise hanno risposto tirando fuori i manganelli e cominciando a respingerli con la forza. Gli scudi della prima fila si sono macchiati delle impronte verdi delle mani dei ragazzi. Caricarli, però, sarebbe stato un incubo mediatico nella giornata del Global Climate Strike, perciò alla fine li hanno dovuti far passare. I supporter leghisti si sono dovuti infilare nel cortile della prefettura e Salvini per la prima volta ha ascoltato i cori, quelli sinceri, impediti tutte le altre volte. E non gli è rimasto altro che sfogarsi sui social: «Dovrebbe essere una manifestazione sulla “difesa del pianeta” ma i soliti “democratici” a Napoli insultano i poliziotti e procedono al grido di “odio la Lega” e “leghista sei il primo della lista”. Mah?». Per poi aggiungere in prefettura: «Ci sono mamme e papà che hanno figli cretini che dovrebbero essere denunciati. Porto uomini, soldi, mezzi, negli ultimi quattro mesi abbiamo fatto grandi operazioni anticamorra. Non posso sgomberare io i centri sociali dall’occupazione abusiva ma deve farlo il comune». Padre Alex Zanotelli, che ha partecipato al corteo, ha invece commentato: «C’è stata una massiccia presenza di studenti, erano preparati, si vede che le scuole hanno lavorato bene su questi temi. Napoli e la Campania sono uno dei luoghi dove la crisi dell’ecosistema è più grave, per questo la presa di coscienza qui è stata particolarmente importante. Peccato che, a un certo punto, i ragazzi si siano trovati difronte l’ottusità del potere».
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