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Salva di missili sulle centrali, l’Ucraina non ha più elettricità

Salva di missili sulle centrali,  l’Ucraina non ha più elettricità16 dicembre, pompieri al lavoro in un edificio di Kiev distrutto dai missili russi – Ap/Evgeniy Maloletka

Il limite ignoto La rete va sotto la soglia critica del 15%, è la spietata strategia del generale russo Surovikin

Pubblicato quasi 2 anni faEdizione del 17 dicembre 2022

È la settima volta che le città ucraine lontano dal fronte si svegliano sotto i colpi dell’artiglieria russa e siamo vicini al limite. Lo dicono le stesse autorità locali, la già limitata efficienza della rete elettrica è ai minimi storici, sotto il 15% della portata ordinaria.
Dal 10 ottobre, data che ha segnato il cambio di strategia del Cremlino e ha coinciso con il primo bombardamento premeditato e massiccio delle infrastrutture energetiche del Paese, sono passati due mesi. I civili di Kiev, Leopoli, Odessa, Kryivy Rih, Poltava, Zaporizhzhia e Dnipro ora hanno dovuto imparare a proprie spese (e neanche fino in fondo) come si vive in Donbass da mesi.

PER MILIONI DI PERSONE la guerra era lontana, relegata in settori ben delimitati del vasto territorio ucraino. Ma solo ieri sui cieli dell’Ucraina sarebbero stati lanciati 76 missili, stando alle dichiarazioni dell’aeronautica militare ucraina. Tra questi diversi missili balistici X-101 e X-555 sparati in aria dai caccia nemici e alcuni «Kalibr» dal Mar Nero. La contraerea ucraina, tuttavia, è riuscita a limitare decisamente i danni: ben 60 testate sarebbero state abbattute prima di toccare il suolo.

SERGEY SUROVIKIN, il comandante in capo delle forze d’invasione russe, è riuscito nel suo intento: il governo di Zelensky ora è costretto a correre ai ripari. A dire la verità al momento gli alleati dell’Ucraina hanno risposto con solerzia. Il Consiglio europeo ieri ha fatto sapere di aver concordato lo stanziamento di 18 miliardi di euro di assistenza macro-finanziaria a Kiev per l’anno 2023.
Quasi in contemporanea il senato degli Stai uniti ha approvato la legge sui finanziamenti al settore della difesa che autorizza una spesa militare record di 858 miliardi di dollari, dei quali 800 milioni di dollari aggiuntivi per l’assistenza alla sicurezza dell’Ucraina. Per tutta risposta Mosca ha dislocato nuovi aerei «supersonici» Mig-31K in territorio bielorusso, compresi quelli in grado di trasportare i temibili missili balistici «Kinzhal».
Oggi non si parla più del «generale inverno», del tentativo di «congelare il fronte» e riorganizzare le truppe. Tutto ciò non rientra più nel campo delle ipotesi. Basti sapere che la metropolitana di Kiev è stata costretta a interrompere la circolazione dei treni sia per la scarsa disponibilità di corrente sia per le centinaia di persone che vi hanno cercato rifugio, come spiegato dal sindaco della capitale, Vitali Klitschko.

QUARANTA DEI MISSILI lanciati dai russi ieri erano diretti proprio su Kiev e, infatti, l’amministrazione cittadina l’ha definito «uno dei più grandi attacchi missilistici» subiti finora. Di nuovo, come durante le prime settimane di guerra, e pensare che il 24 dicembre saranno 10 mesi esatti dall’inizio di questa guerra. Già non si parla più di fine delle ostilità, britannici e statunitensi parlano di un intensificarsi degli scontri all’inizio dell’anno nuovo, forse a fine gennaio. Valeriy Zaluzhny, il generale al vertice delle forze armate ucraine, si dice sicuro che Mosca tenterà nuovamente di prendere Kiev, forse in primavera, forse prima.

INTANTO NELLE CITTÀ ucraine colpite dagli attacchi di ieri anche l’acqua è venuta a mancare. In questo caso il problema non è soltanto umanitario ma anche tecnico, nelle aree in cui il clima è più rigido la mancanza di un flusso continuo di acqua potrebbe danneggiare le condutture a causa del gelo e causare danni a lungo termine.
Fonti ucraine riportano che a fine giornata il bilancio provvisorio è di 4 vittime a Kharkiv, 3 a Kryvyi Rih, 2 a Dnipropetrovsk e 4 a Kherson. Diverse persone si trovano ancora sotto le macerie e non è ancora chiaro il numero dei feriti.

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