Arrendetevi o morirete. È in sintesi il contenuto del video in lingua russa girato e diffuso ieri dal ministero della Difesa ucraino, in cui il capo della Direzione principale dell’intelligence militare Kyrylo Budanov si rivolge direttamente ai soldati russi, o quantomeno a quelli che «sono stati abbastanza fortunati da sopravvivere al tritacarne e alle trincee malconce». La Russia finora non ha raggiunto nessuno dei suoi obiettivi, ma in vista della controffensiva «puoi scegliere se vivere o morire», spiega Budanov, che è noto per essere scampato a un’autobomba nel 2019 e a uno scandalo nel 2011 legato alla sua amicizia con il viceministro dell’Interno Oleksandr Gogilashvili, caduto in disgrazia nel frattempo.

DA «TRITACARNE» A TROFEO di macerie, Bakhmut secondo fonti russe verrà consegnata dai wagneriani di Prigozhin all’esercito non più giovedì 25 come annunciato ma «da qui al primo giugno». Putin si è congratulato.
Ma la guerra si cronicizza anche nella sua estensione oltre il confine russo. Ieri giornatadura per il governatore della regione di Belgorod, Vyacheslav Gladkov, cui è toccato lanciare l’allarme per l’incursione di un gruppo di «sabotatori» dell’esercito ucraino nel territorio della Federazione, dar conto dei feriti (5+3) provocati da due distinti attacchi e annunciare il via a un’operazione «anti-terrorismo». Kiev nega e come già accaduto in precedenti simili circostanze parla di «cittadini russi» che hanno agito in piena autonomia.

Putin è informato e il suo portavoce Dimitry Peskov ha assicurato a Ria Novosti che «si sta lavorando per «sbattere fuori i sabotatori». Il governatore Gladkov a sera non sembrava per niente tranquillizzato, parlava di «tensione estrema» e di possibile evacuazione delle zone interessate dagli attacchi, nel distretto della città frontaliera di Grayvoron.
Sul territorio ucraino invece la cronaca del conflitto riferisce di missili e cannoni russi che hanno infierito su Dnipro (8 feriti), nelle regioni di Kharkiv (due donne ferite) e di Kherson (un morto).

A PREOCCUPARE maggiormente è di nuovo la centrale nucleare di Zaporizhzhia, a maggior ragione dopo il settimo distacco dalla rete elettrico dall’inizio della guerra e in vista dell’annunciatissima controffensiva ucraina. Il direttore dell’l’Agenzia per l’energia atomica internazionale (Iaea) Rafael Grossi denuncia una situazione di «estrema vulnerabilità» e torna a chiedere una messa in sicurezza in cinque punti che includa il bando delle unità militarinell’area della centrale e gli scambi di colpi da e per l’impianto.

Sul fronte diplomatico il ministero della Difesa ucraina ha irriso le iniziative in corso per la fine della guerra – da ultima quella di sei leader africani pronti a recarsi a Kiev e Mosca – twittando l’opera dell’artista Yevgen Tonyev, con carlinga e ali di un F-16 sovrapposte al simbolo mondiale della pace.