Il 19 marzo, dopo una settimana di negoziati a Interlaken in Svizzera, è stato approvato il Sesto Rapporto Sintetico di Valutazione dell’IPCC (Gruppo Intergovernativo sul Cambiamento Climatico dell’Onu) che raccoglie le più recenti ricerche scientifiche sul clima. Le emissioni globali tra il 2010 e il 2019 sono state più alte di qualsiasi altro decennio della storia e ormai 3,5 miliardi di persone vivono in contesti altamente vulnerabili al cambiamento climatico.

Scienziati e governi hanno così definito un rapporto che indica cosa fare per rispondere ai rischi legati alla crisi climatica. Il Rapporto definisce le riduzioni di emissioni di gas serra necessarie per raggiungere gli obiettivi climatici intermedi: 43% entro il 2030 e 60% entro il 2035 così da poter arrivare allo zero netto entro la metà del secolo ed evitare che l’innalzamento delle temperature globali superi il pericoloso punto di non ritorno di 1,5°C.

Il Rapporto è impietoso sulle politiche attuali, descritte come insufficienti per il raggiungimento degli obiettivi, nonostante siano disponibili soluzioni economicamente vantaggiose (il costo rinnovabili, eolico e solare, è sceso dell’85% nell’ultimo decennio). I rapporti dell’IPCC sono fondamentali in quanto servono per informare l’opinione pubblica e sono (o dovrebbero essere) utilizzati dai governi per orientare le loro azioni.

Stephanie Roe, responsabile scientifica del Wwf su Clima ed Energia, sottolinea come il Rapporto rappresenti «la più completa raccolta di dati scientifici sul clima dall’ultima valutazione pubblicata quasi un decennio fa…». Alcuni Paesi stanno ottenendo importanti risultati, ma non sono sufficienti: le emissioni continuano ad essere troppo alte e la finestra in cui operare per limitare il riscaldamento a 1,5°C si sta chiudendo.

Il Wwf sottolinea da tempo il ruolo della natura (compresa la necessità di conservare dal 30 al 50% della superficie terrestre, delle acque dolci e degli oceani) nel fronteggiare il cambiamento climatico. Tutelarla è indispensabile e richiede l’impegno di tutti: ogni gesto di rispetto e tutela della natura è anche un contributo contro la crisi climatica e per il benessere delle persone. La transizione ecologica è un passo obbligatorio per garantirci un futuro in cui le risorse naturali, l’energia e il cibo siano sufficienti per tutti gli abitanti del Pianeta.

La natura è una parte non negoziabile della soluzione alla crisi climatica e può essere il nostro alleato segreto nella lotta contro l’innalzamento della temperatura: nell’ultimo decennio i sistemi naturali hanno assorbito il 54% delle emissioni di anidride carbonica causate dall’uomo, il 31% viene eliminato dagli ecosistemi terrestri e il restante 23% viene assorbito dagli oceani, rallentando così il riscaldamento globale e contribuendo a proteggere l’umanità da rischi molto più gravi rispetto a quelli che sta già vivendo.

Non è possibile limitare il riscaldamento, adattarci al cambiamento climatico e salvare vite umane, se non agiamo con urgenza anche per tutelare e ripristinare la natura. Per questo è necessario un cambiamento globale nell’azione delle istituzioni e delle imprese, ma anche di noi cittadini.

E a tutti si rivolge il Wwf che rilancia anche quest’anno l’Ora della Terra: sabato 25 marzo alle ore 20.30 torna Earth Hour, la più grande mobilitazione globale che dal 2007 unisce le persone di tutto il mondo invitandole a spegnere simbolicamente le luci per un’ora col desiderio di mostrare quanto forte possa essere l’impatto di un’azione condivisa per salvare il Pianeta.

In contemporanea si spegneranno le luci dei più importanti monumenti al mondo, dal Colosseo alla Tour Eiffel, dal Cristo Redentore di Rio de Janeiro al Ponte sul Bosforo, mentre migliaia saranno le manifestazioni e gli eventi organizzati in tutti i Paesi per chiedere di contrastare immediatamente il cambiamento climatico. Nel 2022 sono state coinvolte miliardi di persone in oltre 190 Nazioni in quello che è un vero e proprio appello alla Terra per la Terra, una chiamata all’azione affinché ognuno, con il semplice gesto, dichiari la sua assunzione di responsabilità e si unisca a milioni di altre voci.

L’Ora della Terra, infatti, non è solo una mobilitazione internazionale di sensibilizzazione, ma anche una richiesta di unire le forze per agire e avere Meno CO2 e Più Natura nelle nostre vite. È proprio con questo messaggio che il Wwf invita cittadini, comunità e aziende a spegnere le luci e regalarsi un’ora per la Terra, dedicando 60 minuti ad un’azione positiva per il futuro del nostro fragile Pianeta.