Quanto a rispetto dei diritti e delle leggi, Ryanair non fa differenza: lavoratori e consumatori sono egualmente beffati. Lo sciopero europeo dello scorso 25 giugno ha mandato su tutte le furie la compagnia di Michael O’Leary che cerca di rivalersi dei danni economici facendoli pagare ai suoi dipendenti e ai suoi clienti.

MA LA SITUAZIONE RISCHIA di complicarsi per lo scricchiolante modello low cost basato su salari e prezzi bassi: i sindacati in Italia annunciano il terzo sciopero in 40 giorni: domenica – giorno totalmente inedito, scelto per creare un impatto ancor maggiore alla compagnia – 17 luglio Filt Cgil e Uilt proclamano 24 ore di astensione per continuare la loro lotta per alzare salari e diritti di assistenti di volo e piloti Ryanair, nonché della controllata AirMalta e della azienda di reclutamento Crewlink, vera datrice di lavoro di gran parte dei lavoratori della compagnia. La – restrittiva – legge italiana sullo sciopero non permetterà ai sindacati di proclamarne altri fino al prossimo 8 settembre. In Spagna, epicentro della protesta europea, invece ieri i sindacati Sitcpla e Uso hanno proclamato altri ben 12 giorni di sciopero – dal 12 al 28 luglio, esclusi i festivi per diktat del ministro dei Trasporti.

ANDIAMO CON ORDINE. Dopo lo sciopero del 25 giugno i dipendenti che hanno aderito allo sciopero si sono visti recapitare una simpatica email, «privata e confidenziale», naturalmente. Eccone il testo: «Caro, ci riferiamo alla tua partecipazione all’inutile disagio creato ai clienti italiani e alle loro famiglie di sabato (25 giugno 2022). Per favore, sappi che verrà considerata “assenza non autorizzata”. Per favore, ricordati che ogni “assenza non autorizzata” comporta una decurtazione salariale (e il giorno 25 non sarà pagato) che apparirà nella prossima busta paga».

In realtà i dipendenti della compagnia per scioperare hanno dovuto rispettare una rigidissima procedura: una prima comunicazione verbale seguita a una lettera di adesione allo sciopero.

NATURALMENTE LA MAIL di Ryanair ai dipendenti si configura come un mancato rispetto del diritto costituzionale allo sciopero, parola che infatti Ryanair si guarda bene dallo scrivere, fedele alla sua linea: non riconoscendo i sindacati (tranne quelli firmatari del “contratto” Fit Cisl, Anpav e Anpac), non riconosce l’astensione volontaria dal lavoro.

In caso di sciopero, l’azienda – per le leggi italiane e europee – è tenuta a non riconoscere la giornata di paga. Qua però si va molto oltre: l’ulteriore decurtazione dello stipendio è palesemente illegittima e i sindacati stanno già attivando i legali per supportare i propri iscritti e lavoratori.

RYANAIR IN ITALIA HA GIÀ PERSO più di una volta davanti al giudice del lavoro: è stata condannata per comportamento antisindacale nel 2018 a Bergamo per «il carattere discriminatorio del comportamento tenuto in relazione alla cosiddetta “clausola di estinzione” che prevedeva la cessazione del rapporto di lavoro degli assistenti di volo nel caso in cui il lavoratore effettuasse interruzioni di lavoro (work stoppages) o intraprendesse qualunque altra azione di natura sindacale, impedendo di fatto ai dipendenti di stabilire contatti con il sindacato». Con pagamento di 50 mila euro di risarcimento in favore della Filt Cgil.

Come anticipato però questa volta Ryanair se l’è presa anche con i propri clienti. Cambiando totalmente linea nel giro di poche ore rispetto allo sciopero del 25 giugno. Se in Belgio aveva recapitato questo messaggio ad ogni suo cliente: «Gentile cliente, siamo spiacenti di informarti che il tuo volo è stato cancellato a causa di un inutile sciopero indetto dal sindacato belga», in Italia ha deciso di tutelarsi contro la richiesta di rimborsi prevista dal Regolamento Ue 261: da 250 a 600 euro per cancellazione del volo a meno di 15 giorni dalla partenza, specificando «in caso di sciopero dei lavoratori della compagnia». Il 25 giugno molti viaggiatori che sono rimasti a terra in Italia a causa dello sciopero hanno ricevuto un messaggio assai diverso: «Il tuo volo è stato cancellato a causa dei ritardi causati dagli slot» – scritto in italiano e dal significato quanto meno criptico visto che gli slot sono semplicemente dei permessi temporali a decollare e non scioperano.

UNA COMPROVATA FALSITÀ che ha provocato la reazione di molti viaggiatori – a cui gli stessi «rappresentanti dell’aeroporto di partenza hanno spiegato che la cancellazione del volo era dovuta allo sciopero dei lavoratori Ryanair» – che si sono rivolti addirittura ai sindacati per certificare lo sciopero e superare «il rifiuto di Ryanair a rimborsare i passeggeri».
Una nuova e inedita alleanza consumatori-sindacati che può essere una svolta per cambiare il modello low cost che non rispetta né gli uni né gli altri.