Statali, il «contratto in solitaria Cisl» si avvicina
Una manifestazione dell'Usb
Lavoro

Statali, il «contratto in solitaria Cisl» si avvicina

Sindacato L'Usb ha lasciato per protesta il tavolo e sciopererà il 31. Decisivo per superare il 50% di rappresentanza sarà il sindacato autonomo Flp
Pubblicato 4 giorni faEdizione del 22 ottobre 2024

Settimana decisiva per il primo «contratto in solitaria della Cisl». Il tavolo sul rinnovo delle Funzioni centrali – fra i cinque contratti del comparto pubblico (funzioni locali, istruzione e ricerca, sanità, presidenza del consiglio) il primo in cui Cgil e Uil potrebbero andare in minoranza – che riguarda 195mila lavoratori di ministeri, agenzie fiscali, e enti parastatali (Inps e Inail) è convocato per lunedì prossimo ma da qui al 28 la partita potrebbe già essere chiusa con Fp Cisl (24,69%), Confsal (15,07%), Flp (9,04%) e Confintesa (6,42%) che garantirebbero all’Aran (l’agenzia che tratta per il governo) la firma sul contratto dicendo «sì» al «misero» aumento del 5,7% proposto dal ministro Paolo Zangrillo.

Se Cisl Fp, Confsal e Confintesa sono già convinte, l’ago della bilancia sarà la Flp, sindacato autonomo che con il suo 9,04% di deleghe è indispensabile per superare il 50% di rappresentatività alle sigle firmatarie del contratto.

La Federazione dei lavoratori pubblici è un sindacato autonomo che come Gilda e Nursind fa capo alla Confederazione generale sindacale (Cgs).
«Noi vogliamo dare soldi in tasca ai lavoratori da subito, finora le risorse stanziate da Zangrillo sono insufficienti», spiega il segretario generale Marco Carlomagno. Ma la sensazione è che ottenuto qualcosa – anche su «sblocco delle carriere e formazione» – , la firma arriverà.

Carlomagno non nega le pressioni ricevute dalla Cisl, già citate dal segretario Uil PierPaolo Bombardieri sabato dal palco di piazza del Popolo.
«La ricerca disperata del 51% dimostra il sodalizio tra il governo Meloni, la Cisl e il sindacato autonomo nonché l’inadeguatezza di un contratto che stante la scarsezza delle risorse non rappresenta il mondo del lavoro pubblico», denuncia Alessandro Giannelli dell’Usb Pubblico impiego.

L’Usb con il suo 5,69% di deleghe ha superato la soglia della rappresentanza solo nelle Funzioni centrali e ha una posizione molto dura, criticando le proposte di Fp Cgil e Uil che chiedono a Zangrillo di anticipare le risorse previste nella legge di Bilancio del 2025 per chiudere il contratto.

«Dopo aver abbandonato (il 9 ottobre, ndr) il tavolo di una trattativa trasformata in un simulacro della contrattazione, il percorso verso lo sciopero della categoria del 31 ottobre proseguirà con tante iniziative», attacca l’Usb che ieri ha manifestato sotto il Mef per denunciare contro la manovra e che «per i rinnovi contrattuali pubblici è previsto solo un vergognoso 0,22% in più, pari a 6 euro lordi medi a dipendente: si conferma cosi, con questa tornata contrattuale, una perdita secca del potere di acquisto degli stipendi pubblici del 10%».

«I soldi per assicurare stipendi adeguati ci sono – continua l’Usb – : li prendessero dagli extraprofitti delle banche, dall’evasione fiscale e contributiva o dalle risorse che già stanno destinando all’industria delle armi».

Noi vogliamo riprenderci ciò che ci spetta. Questo diremo il 31 ottobre a piazza Vidoni sotto le finestre del Ministro per la Pubblica amministrazione ed è quello che stiamo dicendo alle lavoratrici e ai lavoratori nelle centinaia di assemblee in corso di svolgimento».

Dalla Cisl bocche cucite ma grande lavorio diplomatico: la scelta è stata presa e Sbarra è pronto a reggere politicamente il primo «contratto in solitaria», rompendo l’unità confederale con Cgil e Uil in un modo senza precedenti, rafforzando l’asse con il governo Meloni.

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