Lavoro

Appalti Montblanc, tende operaie nella via del lusso

Appalti Montblanc, tende operaie nella via del lussoUna protesta degli operai in appalto Montblanc – Cobas

8x5 "Non siamo usa e getta". La protesta dei lavoratori licenziati nella strada più chic di Firenze, con la richiesta alla Regione di convocare il gruppo Richemont, holding che possiede la griffe e che ha tolto le commesse a due "sue" aziende dopo che i lavoratori erano stati regolarizzati, trasferendo le produzioni ad altre aziende della Piana dove il lavoro è ancora sfruttato e deregolamentato

Pubblicato 2 giorni faEdizione del 26 ottobre 2024

“Non siamo usa e getta”. Lo striscione esposto dagli operai migranti accanto alle tre tende montate in via Tornabuoni, la strada più chic di Firenze satura di boutique del lusso, fotografa al meglio la rabbia dei lavoratori in appalto Montblanc.

Operai che dopo lunghe lotte, con al loro fianco il sindacato di base Sudd Cobas, erano riusciti all’inizio dell’anno ad ottenere il rispetto del ccnl di settore, e regolari contratti di lavoro, nelle due aziende campigiane a guida cinese Z Production ed Eurotaglio. Società di pelletteria in appalto per il gruppo Richemont, holding finanziaria svizzera che riunisce marchi di lusso fra cui, appunto, Montblanc.

Ditte che però da allora hanno visto contrarsi le commesse fino al loro azzeramento, con il licenziamento di almeno 70 lavoratori, mentre le commesse si sono semplicemente “trasferite” ad altre aziende della Piana fiorentina e pratese, dove il lavoro è ancora sfruttato e deregolamentato.

Secondo il Sudd Cobas, la mobilitazione che prosegue anche oggi coinvolge centinaia di operai in circa 40 aziende del settore moda tra Firenze e Prato. La protesta ha avuto un prologo in piazza Duomo, davanti alla Regione Toscana: una delegazione di sindacalisti e operai ha consegnato una lettera aperta indirizzata al presidente Eugenio Giani, per tornare a chiedere di convocare al tavolo di crisi il fondo finanziario Richemont, titolare fra i tanti del marchio Montblanc. “Finora la Regione non è stata chiara – spiega Francesca Ciuffi del sindacato di base – vogliamo sapere se sostiene le richieste dei lavoratori in appalto oppure no. Diamo il beneficio del dubbio, per questo abbiamo consegnato oggi la lettera, sperando che finalmente si esprima”.

La convocazione al tavolo di crisi non dovrebbe essere un problema, visto che dal 2018 Richemont ha spostato tutte le produzioni in pelle in Toscana, con l’obiettivo di triplicare il fatturato e mettendo a capo della sua filiera italiana la Pelletteria Richemont di Scandicci, società della holding finanziaria addetta alla produzione del campionario e alla gestione della produzione attraverso gli appalti esterni.

Appalti che, appunto, sono stati semplicemente affidati ad altre ditte, con le borse Montblanc che continuano ad essere prodotte sul territorio.

“Una delocalizzazione punitiva dopo la sindacalizzazione”, tirano le somme i Sudd Cobas, che annunciano per oggi alle 17.30 manifestazioni davanti ai negozi Montblanc anche in altre città italiane e in Francia e Germania, in una mobilitazione di “convergenza europea”.

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