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Russia, lockdown fino alla fine del mese. Le misure sociali non bastano

Russia, lockdown fino alla fine del mese. Le misure sociali non bastanoMedici volontari presso la Ong Dom Druzei (casa degli amici) in aiuto dei senzatetto di Mosca; in basso Vladimir Putin – Ap

Coronavirus Situazione drammatica a Mosca e in alcune provincie. Il dramma dei migranti supersfruttati delle repubbliche centroasiatiche bloccati in aeroporto

Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 3 aprile 2020

Ieri pomeriggio Vladimir Putin è tornato a parlare ai russi a reti unificate. Proponendo un allungamento del lockdown di altri 25 giorni fino alla fine del mese. «Ci sono città come Mosca fortemente minacciate dal virus» ha dichiarato Putin, che ha stampato in mente i dati forniti dal ministero della sanità che parlano del 75% dei contagi concentrati nella capitale. Tuttavia il presidente russo non si fida delle informazioni di molte provincie. In alcune, dove si fanno i tamponi, la situazione è drammatica. Come a Sytyvkar, nella repubblica Komi: ieri in uno solo dei 4 ospedali della città si sono contati 53 casi di infezione che hanno mandato in tilt la struttura ospedaliera. Resta invece poco chiara la situazione in Siberia. Il sindaco di Mosca Sergey Sobyanin è stato esplicito a riguardo: «Non lo so io ma non lo sa nessuno come sia la situazione oltre gli Urali» ha dichiarato a Vedomosti.

Il prolungamento della chiusura totale di tutte le attività pone dei grandi problemi di gestione della situazione sociale. Putin nel suo discorso tv ha ricordato che i lavoratori con normale contratto di lavoro riceveranno comunque lo stipendio dallo Stato. Ha sottolineato anche che per tutti i disoccupati è pronto un decreto per un’indennità di circa 300 euro al mese. Ma si tratta di misure comunque limitate per un polmone economico come Mosca che produce oltre il 30% del pil annuale del paese.

Forbes Russia ha calcolato che una settimana di quarantena a Mosca costa all’economia della città 75-112 miliardi di rubli (1-1,5 miliardi di euro al cambio odierno). Secondo l’edizione russa della rivista americana «se la quarantena dura più di 2 o 3 settimane, la capitale potrebbe subire un drammatico aumento della disoccupazione». Maxim Pershin, esperto del gruppo di rating Acra, sostiene che una settimana di quarantena per l’economia di Mosca costa lo 0,4-0,6% del prodotto regionale lordo. Cosa vorrà dire in termini occupazionali per la capitale russa? «Difficile fare previsioni realistiche – afferma Pershin – però credo che la scomparsa di un milione di posti di lavoro per Mosca e provincia nei prossimi mesi possa essere un dato realistico». I lavoratori che rischiano di più sono quelli dei servizi turistici e dei servizi pubblici. E per il commercio e l’industria si attende una riduzione tra il 15 e il 25% del numero dei posti di lavoro.

Già il primo giorno di quarantena 100mila persone hanno presentato domanda di indennità di disoccupazione a Mosca e le richieste ora non potranno che aumentare. Ma non tutti ce la potranno fare a sopravvivere con i 300 euro promessi dal governo.

Natasha, estetista, è di Kiev, è da 3 anni a Mosca ha ricevuto il benservito 2 giorni fa dal salone di bellezza dove lavorava. «Se non trovo lavoro in fretta potrò al massimo restare in città ancora per un mese. Il posto letto che affitto mi costa la metà del sussidio» afferma la donna. Ma anche tornare in Ucraina, per i 3 milioni di migranti provenienti dal Tridente, è diventato quasi impossibile con le frontiere ormai chiuse.

Lo stesso vale per i migranti supersfruttati delle repubbliche centroasiatiche, impegnati spesso nei lavori di pulizia e manutenzione e nell’edilizia della capitale. Non avendo nessun posto dove andare avendo già lasciato gli appartamenti almeno un migliaio di migranti centroasiatici con i biglietti arei in mano sono rimasti intrappolati negli aeroporti di Mosca. Vagano negli immensi corridoi dei gate e dormono sui pavimenti in attesa che un charter metta fine a un russian dream trasformatosi in un attimo in incubo.

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