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Ritirata da Kharkiv, nelle cittadine si moltiplicano le bandiere giallo-blu

Ritirata da Kharkiv, nelle cittadine si moltiplicano le bandiere giallo-bluSoldati russi su un veicolo corazzato a Kherson – Ansa

Il limite ignoto Accelera la controffensiva a nord-est. Kiev accusa le forze occupanti di aver commesso torture a Izyum e in altri centri liberati

Pubblicato circa 2 anni faEdizione del 13 settembre 2022

I Non si ferma la controffensiva ucraina nella regione nord-orientale di Kharkiv. Dopo due mesi di relativa stasi, l’ultima settimana ha fatto registrare un’accelerazione inattesa e importante per gli equilibri sui campi di battaglia ucraini. Ieri l’esercito di Kiev ha dichiarato che le sue truppe hanno liberato più di 20 insediamenti in 24 ore e stavolta le azioni dei russi lasciano poco spazio all’incredulità.

L’ORDINE di ritirata da diverse cittadine, secondo alcuni dall’intero oblast di Kharkiv, è già diventato effettivo e le immagini delle bandiere gialle e blu issate sulle città riconquistate si moltiplicano. Sarà questa la causa della destituzione frettolosa del generale di corpo d’armata Roman Berdnikov, nominato comandante del distretto militare occidentale della Federazione russa il 26 agosto scorso. Tra l’altro Berdnikov era stato chiamato proprio a riorganizzare i militari di stanza nelle zone occupate di Kharkiv in virtù della sua esperienza di comandante in Siria durante l’intervento russo del 2015. Ma i conti erano stati fatti senza considerare le intenzioni ucraine e Berdnikov da salvatore della patria è diventato un capro espiatorio.
Del resto, per la prima volta da mesi la comunicazione russa sembra vacillare. Diversi blogger militari e commentatori nazionalisti (quindi non parliamo di oppositori) hanno criticato il Cremlino per non aver mobilitato un numero maggiore di soldati e per la gestione troppo blanda, a loro modo di vedere, del conflitto.

TUTTAVIA, la strategia comunicativa e operativa di Mosca è sempre stata orientata al mantenimento della cosiddetta «operazione speciale» entro certi limiti. Il contingente militare impegnato, ad esempio, non ha mai coinvolto l’intero esercito russo e si è sempre evitato accuratamente di lanciare una mobilitazione generale che avrebbe costretto il governo ad ammettere l’ingresso in guerra del Paese.
Persino il fedelissimo di Putin nonché capo delle truppe cecene, Ramzan Kadyrov, ha criticato pubblicamente il ministro della difesa russo, Sergei Shoigu, per gli «errori» che avrebbero permesso la controffensiva ucraina. Nello stesso discorso, tuttavia, Kadyrov ha minacciato Kiev annunciando che «i nostri combattenti hanno preparato un’interessante sorpresa per le bande ucraine e che presto sarà evidente» sena fornire ulteriori dettagli.

MALUMORE sulla gestione del conflitto è stato espresso anche durante un talk show sulla televisione nazionale Ntv da Boris Nadezhdin, un ex membro della Duma. «Le persone che hanno convinto il presidente Putin che l’operazione sarebbe stata veloce ed efficace hanno davvero incastrato tutti noi» ha dichiarato Nadezhdin in diretta nazionale aggiungendo che «ora siamo al punto in cui dobbiamo capire che è assolutamente impossibile sconfiggere l’Ucraina usando queste risorse e questi metodi da guerra coloniale».
Dall’altra parte, i funzionari ucraini iniziano a diffondere con sempre maggiore insistenza dichiarazioni sulle presunte torture delle forze di occupazione russe a Izyum e nelle cittadine dell’est appena riconquistate. Secondo il consigliere comunale, Maksym Strelnikov, intervistato dal Guardian «almeno 1.000 residenti sono morti a causa dei combattimenti, ma riteniamo possa esserci un numero ancora maggiore di vittime per via del mancato accesso all’assistenza medica, poiché i russi hanno distrutto tutte le struttura sanitari di Izyum a marzo». Anche a Zaliznychne, riconquistata nelle ultime ore, i funzionari ucraini hanno denunciato di aver rinvenuto delle prove di torture sui corpi di civili sepolti nelle scorse settimane. Al momento, tuttavia, nessun giornalista ha potuto verificare tali informazioni in modo indipendente.

INTANTO anche al sud sembra che gli scontri si siano fatti più dinamici. A causa delle recenti operazioni militari anche i piani di annessione dei filo-russi sono saltati. Yevgeny Balitsky, capo dell’amministrazione occupante della regione di Zaporizhzhia ha dichiarato ieri che il tanto annunciato referendum sull’adesione alla Russia non si terrà in tempi brevi a causa delle «preoccupazioni per la sicurezza» legate alla controffensiva ucraina nel sud del Paese. Balitsky ha lasciato intendere che la consultazione al momento non è più una priorità e che quindi è stata rinviata a tempo indeterminato.

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