Con il Sì risicato degli iscritti Spd e la scontata approvazione dei vertici Cdu nasce la Grande Coalizione che governerà Berlino per i prossimi cinque anni. Dopodomani l’investitura ufficiale del nuovo sindaco-governatore della Città-Stato: il democristiano Kai Wegner uscito vincitore dalle ripetizione delle elezioni comunali lo scorso 12 febbraio; mentre l’ex borgomastra socialdemocratica, Franziska Giffey, diventa senatrice con delega all’Economia, carica equivalente a ministra del Land.

COSÌ HANNO STABILITO i negoziati politici fra Cdu e Spd per la formazione della nuova giunta al Municipio Rosso che hanno prodotto il patto di coalizione ratificato domenica dagli iscritti. La formula della GroKo sviluppata nelle 135 pagine del programma congiunto è stata approvata dal 54,3% della base socialdemocratica (11.886 votanti su 18.556 tesserati): abbastanza per dare luce verde all’alleanza con la Cdu, eppure insufficiente per archiviare il malessere interno nei confronti di Giffey, accusata di aver affossato le trattative con Verdi e Linke in cambio della propria sopravvivenza politica. Contro l’ex prima cittadina rimangono schierati soprattutto i Giovani socialisti (Jusos) e le sezioni Spd nel popolare rione di Neukölln dove Giffey per anni ha ricoperto la carica di sindaca di quartiere

«Dopo lo spoglio dei voti degli iscritti ho tirato un sospiro di sollievo, per il partito ma anche per Berlino. Adesso finalmente possiamo dare il via al nuovo governo passando all’azione concreta. Affronteremo tutte le grandi questioni sollevate in campagna elettorale» è la prima dichiarazione di Giffey, soddisfatta per aver «portato a casa» praticamente metà delle poltrone dell’esecutivo. A meno di variazioni dell’ultima ora, la Cdu ha conquistato i dicasteri del Sociale, Mobilità, Ambiente, Istruzione, Famiglia, Cultura, Giustizia e Finanze; la Spd invece controllerà Sanità, Edilizia, Lavoro, Interni oltre a Casa ed Energia affidate a Giffey insieme all’Economia.

Di sicuro le due deleghe rappresentano una delle chiavi di sviluppo del futuro di Berlino ma anche due rogne politiche non di poco conto. Tra i grandi insoddisfatti di Giffey spiccano i promotori del referendum sull’esproprio degli alloggi dei grandi proprietari immobiliari che hanno atteso invano la ratifica della consultazione popolare, così come gli ambientalisti che chiedono di non sacrificare la sostenibilità energetica sull’altare della Realpolitik con la Cdu.

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Contadini sovrani

NON A CASO LA CAMPAGNA di Primavera degli eco-attivisti di Ultima generazione è stata programmata negli ultimi giorni prima dell’incoronazione di Wegner. Proprio come avevano annunciato, gli “Adesivi per il Clima” legati a Ultima Generazione ieri hanno mandato in tilt il traffico della capitale incollandosi a una ventina tra incroci e arterie principali, compreso un tratto dell’Autostrada A-100. Fa il paio con il blocco temporaneo del Gran Premio di “Formula-E” l’altroieri sul circuito dell’ex aeroporto di Tempelhof.

«Una donna anziana nel suo appartamento gela per l’intero inverno perché ha paura della prossima bolletta elettrica, però a pochi metri di distanza ogni secondo viene sprecata energia preziosa per far divertire i tifosi. Siamo felici che siano le auto elettriche a sfrecciare in pista, ma qui i conti non tornano» denunciano gli eco-attivisti.

ATTACCATI clamorosamente anche dai Verdi, sempre più distanti da qualunque pratica di disobbedienza. «Fanno più male che bene. Le loro azioni sono elitarie e moraliste, e poi si parla dei loro blocchi, non della protezione dell’ambiente. Oltretutto la maggioranza dei tedeschi non appoggia i loro metodi» sentenzia Tarek Al-Wazir, leader dei Grünen in Assia, in riferimento all’ultimo sondaggio della tv Ndr secondo cui solo l’11% appoggia la protesta di Ultima generazione.

Si tratta però pur sempre di milioni di cittadini, tra cui non pochi elettori dei Verdi. Alla luce dei recenti sondaggi è un bel problema per il secondo partito del governo Scholz. La rilevazione dell’istituto Allensbach di domenica scorsa restituisce il nuovo termometro del consenso nazionale. In testa la Cdu con il 31%, segue la Spd al 21% mentre i Verdi valgono il 16%. Appena un punto in più di Afd.