La giornata, tersa e luminosa, autorizzava a presagirlo. Quando, davanti alla sede dell’Alta Corte, sullo Strand, viene finalmente data la notizia che Julian Assange potrà finalmente ricorrere in appello contro l’estradizione negli Usa, le centinaia di suoi sostenitori si abbandonano alla gioia mista a sollievo. I due giudici britannici hanno appena accolto le istanze del collegio della difesa del giornalista-hacker australiano, secondo cui il governo statunitense non saprebbe garantirgli la protezione del primo emendamento della costituzione americana, quello sulla libertà di espressione. NON È CHE UN PICCOLO passo verso la fine di un incubo per lui e la famiglia, non...