RESPIRO è una nuova rubrica del manifesto. Un collettore di articoli che riflette sui dati e la computazione come fenomeni esistenziali, culturali e politici, per solleticare immaginari non estrattivi e un approccio ecosistemico alle nuove tecnologie. RESPIRO è la concatenazione di arte, politica, scienza, ricerca e innovazione – con pronunciate simpatie cyber.punk.eco.trans.femministe – ci convivono menti eterogenee. A cura di Oriana Persico.

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Come portare la ricerca fuori dal circuito accademico e farla vivere nel mondo? Come creare ponti, spazi e occasioni di confronto fra i ricercatori e il pubblico che sta lì fuori, desideroso di conoscere? Come tutto questo può alimentare gioiosi e inaspettati legami di solidarietà?

Mi sono chiesta come fare insieme questo “Respiro” che serve come il pane e l’acqua, nell’affanno di un mondo sempre più complesso da decifrare, competitivo, violento. Un mondo in cui l’innovazione ci tocca sulla pelle e riguarda ogni aspetto anche intimo delle nostre esistenze, mentre il sogno della “rete che connette” scricchiola sotto il peso di un isolamento sempre maggiore, del capitalismo cognitivo e di un crescente impoverimento simbolico, e l’internet che abbiamo conosciuto cambia forma, funzioni, struttura.

Respiri di Dottorato nasce per questo: connetterci con la scienza e connettere la scienza alla società.

Il nuovo format è rivolto ai giovani ricercatori che hanno concluso il proprio percorso di dottorato su temi cari alla rubrica. Prima di tutto i dati e la computazione: come imparare a concepirli in quanto fenomeni esistenziali, culturali e politici, per solleticare immaginari non estrattivi e posture ecosistemiche. Poi la collaborazione fra l’arte e la scienza, al centro di nuove e sorprendenti opportunità. E ancora quelle che chiamiamo “queerforie”, per aprirsi ad ogni dimensione dell’alterità, oltre i dualismi e le ansie classificatorie. In ultimo le “turbule”, una traduzione letterale dello “stay with the trouble” che ci ha insegnato Donna Haraway: perturbazioni, piccoli assembramenti, segnali deboli e alterazioni sparse che raccontano anomalie e nuove forme di aggregazione sul pianeta a cui diventare sensibili.

La sfida è trasformare tesi e ricerche che approcciano questi temi in oggetti narrativi capaci di comunicare anche a chi di quell’ argomento potrebbe non saperne nulla. Ad ogni dottore chiederemo di scegliere e raccontare quali sono le cose realmente importanti apprese nei suoi tre anni di studio. I Respiri da condividere sono anche quelli su cui, secondo ognuno di loro, si dovrebbe aprire un dibattito pubblico: tanto con i lettori quanto con i propri colleghi.

Respiri di Dottorato vuole essere un connettore di mondi, ma anche e soprattutto un’opera di traduzione: ogni neo-dottore dovrà impegnarsi ad uscire dalla lingua degli specialisti per incontrare quella del pubblico e del giornale, combinando il rigore scientifico e la fluidità della narrazione, la capacità di raccontare la propria tesi come una storia e ciò che nel suo viaggio ha scoperto, partendo dall’esperienza personale e situata della sua ricerca sul campo.

Il primo Respiro sarà quello di Debora Pizzimenti. La sua tesi, discussa in settembre all’Università di Messina, è un’immersione nel mondo dell’hate speech e delle cosiddette “odiatrici online”, intrecciata a doppia mandata con l’esperienza del Covid.

Respiri di Dottorato è un format aperto: se hai concluso o stai facendo il tuo percorso di dottorato su un tema caro alla rubrica scrivi a: oriana.persico@he-r.it

L’invito è rivolto anche ai docenti: segnalate il format ai vostri studenti e partecipate insieme a noi alla diffusione della ricerca!