Armi, spie e bombardamenti improvvisi. La guerra in Ucraina vive un momento di pausa apparente e sul campo si attendono le armi statunitensi mentre le forze armate di Kiev indietreggiano un passo alla volta. La situazione continua a essere difficile, soprattutto ora che al piano militare si sovrappongono sempre più livelli, da quello diplomatico a quello amministrativo, con la corruzione che continua a essere un problema.

IERI IL MINISTERO della difesa russo ha dichiarato di aver colpito un treno che trasportava «armi ed equipaggiamento militare» fornito dall’Occidente. Il luogo dell’attacco è Udachnoye, nell’est del Donetsk. Data l’ubicazione del convoglio è improbabile che si trattasse delle nuove forniture provenienti dagli Usa. A tale proposito la rivista Politico ha annunciato che oggi Washington potrebbe svelare un nuovo pacchetto da 6 miliardi di forniture militari all’Ucraina. In arrivo altri sistemi anti-aerei Patriots, munizioni per artiglieria, droni e missili aria-aria per i caccia.

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Il problema è che questi armamenti sono ancora da produrre. Per farlo il Congresso attingerà ai 61 miliardi appena approvati dalle camere, ma ci vorranno mesi per vederle sul campo. Il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale, John Kirby, ha chiarito che anche per le armi già disponibili «alcune sono nei nostri magazzini in Polonia e arriveranno nei prossimi giorni in Ucraina, per altri equipaggiamenti militari ci vorrà più tempo».

Quasi in contemporanea il segretario alla difesa della Casa Bianca Lloyd Austin ha fatto sapere che i caccia F-16 inizieranno ad arrivare in Ucraina quest’anno, insieme a piloti addestrati. Sarà più rapida la Germania che, come rivelato dal segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, «ha deciso di inviare un terzo sistema Patriot in Ucraina». Anche la Spagna ha accettato, secondo il quotidiano El Paìs, di fornire il tanto richiesto sistema di difesa missilistica senza accontentare però in pieno le richieste ucraine di dislocare le batterie di Madrid presenti in Turchia sul suolo ucraino.

IN ATTESA DI TUTTE queste armi gli equilibri interni al governo di Kiev stanno diventando fragili: ieri il ministro dell’agricoltura Mykola Solskyi è stato arrestato con il sospetto di essersi appropriato indebitamente di terreni per un valore di milioni di euro. È la prima volta che un ministro di Zelensky viene arrestato in Ucraina. Solskyi ha poi pagato una cauzione da 1,9 milioni di dollari per poter uscire di galera in attesa del processo.

Sul fronte orientale, secondo i separatisti del Donetsk, le truppe russe starebbero per entrare a Krasnogorivka, il che vorrebbe dire che lo stato maggiore russo sta davvero tentando di aprire un nuovo varco nel fronte tra le regioni di Donetsk e Kharkiv. Se la manovra serva ad accerchiare gli ucraini al sud o ad aprire un nuovo fronte verso Kharkiv potremo capirlo dalle prossime mosse. Ma è certo che i Sukoi russi continuano a martellare dal cielo le roccaforti ucraine del Donetsk, rendendo per gli ucraini difficile resistere.

I SERVIZI SEGRETI britannici hanno rilevato «un’accelerazione dell’avanzata russa nell’ultima settimana» e gli analisti occidentali sono più o meno tutti concordi sul fatto che l’obiettivo sia conquistare Chasiv Yar prima di continuare verso Kramatorsk, la capitale del Donetsk ucraino. Da Londra prevedono anche un’intensificazione significativa delle operazioni militari in quell’area, segno che l’offensiva russa potrebbe essere imminente. Sappiamo anche che gli ucraini hanno deciso di ritirare dalla prima linea i carri armati Abrams forniti dagli Usa.

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La motivazione ufficiale è che «la natura della guerra è cambiata e i veicoli corazzati del valore di milioni diventano facile preda di un drone che costa poche migliaia di dollari». Ma allora perché non spostarli prima? Potrebbe darsi che in assenza di munizioni adeguate Kiev abbia impiegato gli Abrams come strumento di lancio per i missili, sia in chiave offensiva che difensiva; ora che le armi statunitensi stanno per arrivare non c’è più motivo di tenerli a rischio. La decisione, tuttavia, chiarisce quanto siano diventate temibili le incursioni aree delle forze russe a ridosso del fronte.

In quanto a capacità aerea dalla distanza, Kiev continua a insidiare i russi. Ieri, secondo i media locali, i servizi segreti militari sono riusciti a distruggere un elicottero militare Ka-32 nell’aeroporto internazionale Ostafievo di Mosca. Anche la regione di Kursk è stata colpita, probabilmente da droni ucraini, e i media russi parlano di almeno un morto.

INTANTO A LONDRA un ventenne britannico, Dylan Earl, è stato accusato di aver pianificato un attentato contro una proprietà commerciale legata a interessi ucraini in Gran Bretagna. L’indagine coinvolge anche altro 4 cittadini britannici, sospettati di favoreggiamento o di altri reati, sempre in favore della Russia. L’ambasciatore russo a Londra ha definito le accuse «assurde». Sul pericolo dello spionaggio si è espresso anche Stoltenberg, che ha ribadito che gli 007 filo-russi «non fermeranno il sostegno della Nato all’Ucraina».