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«Respingimenti illegali», l’Ue prova a processare Frontex

«Respingimenti  illegali», l’Ue prova a processare Frontex

Diritti al confino Riunione a Bruxelles con i vertici dell’Agenzia sulle operazioni compiute nel mar Egeo contro i profughi partiti dalla Turchia

Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 20 gennaio 2021

Per Fabrice Leggeri quella di oggi potrebbe essere un giornata decisiva. A Bruxelles si tiene infatti una nuova riunione tra la Commissione europea e il consiglio di amministrazione di Frontex, l’Agenzia europea per il controllo delle frontiere terrestri e marittime, che dovrebbe servire a fare chiarezza sulle accuse rivolte all’Agenzia di aver eseguito respingimenti illegali di migranti nel mar Egeo. Alla commissaria per l’Immigrazione Ylva Johansson non è piaciuta infatti il modo vago con cui il direttore di Frontex ha risposto alle sue richieste di fare chiarezza sulle accuse lanciate da alcuni media europei e che nelle scorse settimane hanno portato all’apertura di un’inchiesta da parte dell’Olaf, l’Ufficio europeo anti-frode. «Le sue risposte non sono state soddisfacenti», ha confermato ieri la Johansson annunciando la riunione di oggi.
E’ stata un’inchiesta di Der Spiegel a rivelare a ottobre del 2020 il coinvolgimento di Frontex nel mar Egeo nel respingere i profughi che dalla Turchia cercavano di raggiungere la Grecia. Secondo il settimanale tedesco i funzionari dell’agenzia, tra i quali sarebbero stati presenti anche alcuni agenti della polizia federale tedesca, avrebbero fermato i barconi dei migranti prima che potessero raggiungere le isole greche consegnandoli poi alla Guardia costiera greca che li avrebbe respinti in alto mare. In seguito altri media hanno documentato anche con immagini questi respingimenti o quantomeno la tolleranza mostrata da Frontex quando ad agire sarebbero stati i mezzi navali di Atene. «Incidenti», per Frontex, che secondo quanto rivelato dallo spagnolo El Pais, la stessa Agenzia avrebbe ammesso in un documento consegnato alla Commissione europea. Senza però, a quanto pare, fornire risposte sufficientemente esaurienti, tanto da spingere l’Olaf, l’Ufficio europeo anti- frode, ad aprire un’inchiesta per verificare l’esistenza di operazioni illegali per impedire ai profughi di raggiungere le coste europee e di esercitare il diritto di chiedere asilo. «Bisogna fare chiarezza e rimediare. Le nostre agenzie devono rispettare al 100 per cento i valori fondamentali dell’Unione europea e devono essere in grado di dimostralo in modo efficiente», ha proseguito Johansson parlando a Bruxelles con alcuni giornali europei. Senza dimenticare di sottolineare come, in base al suo regolamento, Frontex «dovrebbe dotarsi di 40 osservatori per il rispetto dei diritti umani, che invece non ci sono».
Le ombre sull’operato dell’Agenzia per le frontiere suscitano particolare preoccupazione anche in vista dei progetti di riforma di Frontex in discussione a Bruxelles e inseriti nel Piano su immigrazione e asilo presentato dalla commissione guidata da Ursula von der Leyen. Piano nel quale si prevede un rafforzamento dell’organico fino a 10 mila uomini nei prossimi anni con inoltre la possibilità, per ora fortunatamente scartata, di armarli. «Abbiamo già richiesto al direttore di Frontex di dare le dimissioni», hanno dichiarato nei giorni scorsi i deputati del gruppo S&D del parlamento europeo in seguito alle denunce sui respingimenti illegali. Per Leggeri il momento di farsi da parte alla fine potrebbe essere arrivato.

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