Repressione e covid, spenti i riflettori in Myanmar si continua  a morire
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Internazionale

Repressione e covid, spenti i riflettori in Myanmar si continua a morire

A cinque mesi e mezzo dal golpe Contagi e cimiteri fuori controllo, le previsioni sono catastrofiche. E la giunta militare uccide ancora
Pubblicato circa 3 anni faEdizione del 18 luglio 2021
«La mattina del 16 luglio, Tin Ohn del villaggio di Ayekayit, regione di Magwe, è stato colpito da più di 15 colpi di arma da fuoco dalla giunta terroristica che non cercava suo figlio Yan Myo Aung, parlamentare. È morto mentre lavorava in un campo di sesamo». È uno dei tanti resoconti che sabato Assistance Association for Political Prisoners ha scritto nel briefing online quotidiano sulla situazione in Myanmar: ieri 914 morti e 5.281 ancora in stato di arresto. A 5 MESI E MEZZO DAL GOLPE del 1 febbraio, anche se i riflettori della cronaca si sono spostati altrove, in...
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