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Regolare le armi: manifestazioni in centinaia di città Usa

Regolare le armi: manifestazioni in centinaia di città UsaLa manifestazione di March for Our Lives a Washington Dc – Ap

Stati uniti Le proteste di March For Our Lives, tornate sulle strade dopo il massacro di Parkland del 2018

Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 12 giugno 2022

Sulla scia delle recenti sparatorie di massa di Uvalde, Texas, e Buffalo, New York, si sono svolte ieri manifestazioni in centinaia di città Usa, per chiedere, ancora una volta, che il Congresso approvi delle leggi serie sul controllo delle armi. Le proteste di March For Our Lives sono state organizzate come «un tentativo di far avanzare restrizioni nazionali e statali di buon senso sulla sicurezza delle armi», hanno affermato gli organizzatori, tornati in piazza dopo 4 anni dall’ondata di cortei e comizi che erano seguiti alla sparatoria di massa del 2018 nella scuola di Marjory Stoneman Douglas a Parkland, Florida.

In quell’occasione un gruppo di studenti sopravvissuti al massacro era riuscito a mobilitare piazze e coscienze, ed ora sono tornati ad essere visibili, organizzando questa serie di eventi concentrati in un giorno, il più grande dei quali si è tenuto a Washington Dc, dove lavorano i loro referenti, i politici che al Congresso potrebbero fare la differenza.
Proprio a Parkland, dove è iniziato il movimento, centinaia di manifestanti si sono radunati già in mattinata, prima dell’inizio ufficiale delle manifestazioni, fuori dal Pine Trails Park Amphitheatre, per chiedere controlli sui precedenti di chi vuole acquistare un’arma, leggi “bandiera rossa” per chi non passa i controlli di idoneità, e l’innalzamento dell’età minima per acquistare fucili semi automatici, che dovrebbe passare da 18 a 21 anni. Si parla di poche regole di buon senso minimo, ma che per i repubblicani rappresentano un insostenibile attacco al Secondo Emendamento.

Le manifestazioni si accompagnano a una rinnovata spinta al Congresso, dove i deputati dem stanno facendo forti pressioni sull’opposizione per convincere almeno 10 repubblicani a votare con loro e approvare le nuove norme.
«Il fatto che 2 volte l’anno i docenti in questo Paese debbano fare esercitazioni in classe su cosa fare in caso di mass shooting, vedendo il trauma che questo causa agli studenti, e che tuttora non si sappia nulla di leggi che avrebbero potuto evitare la sparatoria di Uvalde – dice Gabriel Gomez, insegnante delle superiori, in corteo nella manifestazione di New York – è oltraggioso. Quindi no, non credo sia stato fatto abbastanza dalla sparatoria di Parkland, o da quella di Sandy Hook dove sono morti 20 bambini delle elementari. E ho il cuore spezzato».

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