I «Attività in violazione del diritto a non venire sottoposti a trattamenti o punizioni crudeli, inumane o degradanti, e del diritto alla vita». Con questa motivazione il Regno unito ha imposto delle sanzioni su sei alti funzionari della colonia penale nel quale era detenuto Alexei Navalny, fra cui il direttore della struttura Vadim Konstantinovich Kalinin. I loro beni verranno congelati ed è loro proibito entrare nel territorio del Regno unito.

Lo ha annunciato ieri il segretario degli Affari esteri David Cameron: «I responsabili del trattamento brutale di Navalny non si facciano illusioni: gliene faremo pagare le conseguenze». Le sanzioni sono state poi confermate dal premier Rishi Sunak: «Insieme ai nostri alleati stiamo valutando tutte le opzioni per far pagare le conseguenze alla Russia e a Putin».
Ieri intanto – riporta l’agenzia russa Tass – la madre dell’attivista, Lyudmila Navalnaya, ha fatto causa contro il Comitato investigativo russo per non averle ancora ridato il corpo del figlio a cinque giorni dalla sua morte. La moglie Yulia, invece, si è vista bloccare temporaneamente l’account da X: «Per errore» hanno spiegato dal social network. «Il meccanismo di difesa della nostra piattaforma contro la manipolazione e lo spam ha erroneamente segnalato @yulia_navalnaya come se avesse violato le nostre regole».