Come ogni anno dalla sua istituzione anche nel 2022 il Fondo monetario internazionale (Fmi) ha dato il suo contributo per rafforzare le contraddizioni del cosiddetto «reddito di cittadinanza» in Italia. Ha chiesto di rafforzare il sistema di Workfare, plaudendo all’operato del governo Draghi che ha ristretto i requisiti imposti per obbligare ad accettare un’offerta di lavoro in un paese dove non c’è. All’Fmi non dispiace il vincolo con la formazione, cioè il business a favore di agenzie pubbliche e privati. L’Fmi chiede di «evitare dipendenza dal welfare e disincentivi al lavoro». Per questo il meccanismo di ritiro del beneficio «dovrebbe essere graduale». Andrebbe consentito il «cumulo parziale» tra lavoro e sussidio. Da Washington ritengono che un sussidio medio intorno ai 550 euro mensili sia «in alcune aree del Paese elevato rispetto al costo della vita». I percettori al Sud sono avvisati. Ecco un altro contributo alla campagna elettorale che alimenterà l’odio contro i poveri, i precari e i disoccupati