Rdc, in Sicilia un sessantenne minaccia di darsi fuoco
Gli effetti della revoca Proteste e uffici sotto stress in tutto il Mezzogiorno. A Napoli sit in davanti la sede Inps. La Cgil Puglia: «In regione oltre 80mila persone sono povere benché occupate. Oltre il 90% dei rapporti di lavoro è precario o a tempo. Il 55% è a rischio di diventare disoccupato di lunga durata»
Gli effetti della revoca Proteste e uffici sotto stress in tutto il Mezzogiorno. A Napoli sit in davanti la sede Inps. La Cgil Puglia: «In regione oltre 80mila persone sono povere benché occupate. Oltre il 90% dei rapporti di lavoro è precario o a tempo. Il 55% è a rischio di diventare disoccupato di lunga durata»
Aveva ricevuto la notifica dell’interruzione del Reddito di cittadinanza, un sessantenne di Terrasini (in provincia di Palermo) ha fatto irruzione nella stanza del sindaco con una tanica, si è cosparso di benzina minacciando di dare fuoco a tutto: «Brucio il comune se non mi aiutate». Solo il dialogo ha frenato l’uomo che, sconvolto, è stato poi accompagnato dai carabinieri e dai sanitari del 118 all’ospedale di Partinico. «Sono stati attimi di paura, era già venuto una prima volta – ha spiegato ieri il sindaco, Giosuè Maniaci – per dirmi che gli toglievano il reddito di cittadinanza. Poi è tornato con la tanica di benzina, gli avevo detto che non potevo aiutarlo». E ancora: «Stanno passando messaggi distorti. I comuni da soli, se non c’è uno strumento legislativo, se non c’è il governo, la regione, non possono aiutare le famiglie. Con questa persona abbiamo anche cercato un confronto nel tempo, gli sono state anche offerte delle occasioni di lavoro ma ha evidenziato presunti problemi fisici».
SONO STATE CIRCA 169MILA le comunicazioni inviate via sms dall’Inps per lo stop al Rdc, in Sicilia l’hanno ricevuto 37mila famiglie: «Rischiano di finire sul lastrico – l’accusa del coordinatore regionale 5S, Nuccio Di Paola -. A Palermo le sospensioni sono 11.573, a Catania 8.974, a Trapani 3.144, ad Agrigento 2.986, a Siracusa 2.844. Mancheranno risorse non solo nelle tasche dei siciliani, ma anche incassi nei negozi e nelle attività commerciali». Il presidente degli Assistenti sociali della regione, Giuseppe Ciulla: «C’è una forte pressione sui Servizi sociali territoriali e in particolare sugli assistenti sociali, in molte aree dell’isola ben al di sotto dei parametri Lep di un assistente ogni 5mila abitanti». In Campania le sospensioni sono state oltre 36mila, 7.635 a Caserta e ben 21.509 nella sola provincia di Napoli. Ieri mattina manifestazione di Potere al popolo e Usb alla sede Inps partenopea: «Per loro evasione e vitalizi, per noi schiavitù» lo striscione. Giuliano Granato di Pap: «Il governo si comporta come un Robin Hood al contrario: continua a rifiutare ogni proposta di salario minimo, a favorire gli evasori fiscali, a sostenere le grandi aziende che macinano profitti e a finanziare la guerra».
TRA I MANIFESTANTI una donna con due figli minori iscritta da oltre 20 anni prima al Collocamento, ora al Centro per l’impiego: «Ho fatto tanti corsi di formazione ma il lavoro non è mai arrivato». E un’altra: «Ho un figlio di 16 anni a cui non è stata riconosciuta l’invalidità e una bambina di 9 anni. Sono iscritta al collocamento da 26 anni, ho fatto 4 corsi di formazione. Senza reddito sono costretta a vivere con l’assegno unico ma con 380 euro non si vive». Gilda Panico, presidente dell’ordine degli Assistenti sociali della Campania: «La confusione di questi giorni ha un solo nome: Inps. Ha inviato un sms in cui dice che la presa in carico è dei servizi sociali, ma in questa fase non c’entrano. Purtroppo questo ha fatto scoppiare i servizi. Servono linee guida, mandare un sms a pochi giorni dal primo agosto, con gli uffici al 50% del personale, è stata una cosa indegna e impropria». Domani nuova manifestazione a Napoli, questa volta a protestare sarà il Movimento 7 novembre, appuntamento alle 10 a Porta Capuana. Oggi invece il presidio ci sarà a Roma: alle 12 davanti alla sede Inps di via Nizza 156. Nel Lazio le famiglie sostenute dal Rdc nel 2022 sono state oltre 146.658. Nella sola Roma gli sms hanno raggiunto 12mila famiglie, seconda città in Italia dietro Napoli e subito prima degli 11.573 di Palermo. In Puglia l’sms ha raggiunto circa 12mila nuclei familiari.
A TARANTO centinaia di persone hanno tempestato di chiamate e raggiunto gli uffici per ottenere chiarimenti. «L’appello – hanno fatto sapere dal comune – è di non prendere d’assolto gli uffici poiché le assistenti sociali e il personale amministrativo non possono fare nulla. Occorre che il governo intervenga immediatamente per chiarire, prima che gli assalti si trasformino in aggressioni». La Cgil Puglia: «In regione oltre 80mila persone sono povere benché occupate. Oltre il 90% dei rapporti di lavoro attivati è precario e a tempo, altissima l’elusione dei contratti che si traduce in sfruttamento ed evasione contributiva e fiscale. Il 19,8% dei beneficiari di Rdc in Puglia nel 2022 ha percepito la misura di sostegno benché occupato. Il 55,2% è a rischio di diventare disoccupato di lunga durata». Sono state circa 14.700 le persone in Abruzzo raggiunte dagli sms dell’Inps.
PERSINO MILANO è in allarme: «Sono circa 3mila i nuclei percettori del Rdc che hanno ricevuto la sospensione ma solo 680 risultano occupabili». E il sindaco di Torino, Lo Russo: «La situazione è molto tesa perché, sulla base di quello che rileviamo negli sportelli dei servizi sociali, sta mancando un adeguato accompagnamento alla revoca e rimodulazione». Nel capoluogo piemontese le comunicazioni sono state 4.616, il numero più altro tra le città del nord.
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