Question time alla Camera ieri. Mentre a Milano, Pisa e Napoli si svolgevano nuovi presidi e manifestazioni, la ministra del Lavoro Calderone assicurava: «Stiamo svolgendo un lavoro serio per superare il Reddito di cittadinanza. Questo governo impiega ogni ora del suo tempo per ridurre quel disagio sociale su cui qualcuno soffia cercando di costruire un dissenso». Per l’esecutivo Meloni sta andando tutto benissimo da quando, venerdì scorso, sono partiti i 159mila sms dell’Inps con lo stop al Rdc. «Parlano i numeri – ha poi attaccato Calderone nel pomeriggio -. Abbiamo speso 25 miliardi negli anni scorsi per un intervento che aveva in sé, tra le caratteristiche, quello di promuovere il lavoro ma non mi sembra che abbia portato risultati». Delle due nuove misure, una ha in sé la stessa caratteristica ma aggiungendo un taglio di risorse anche abbassando il requisito dell’Isee sotto i 6mila euro (dai 9.360).

QUESTI I PIANI: «Sui 159mila nuclei, 112mila sono attivabili con il patto del lavoro e il 35% di questi ultimi risulta iscritto a una delle politiche attive previste. E quindi godrà dal primo settembre prossimo dei 350 euro al mese previsti dal Supporto per la formazione e lavoro». Naturalmente chi dovrà sottoscrivere un nuovo patto dovrà attendere la firma per attivare l’assegno, che comunque non avrà ad agosto. Ogni ritardo nella piattaforma web Siisl (che secondo il ministero sarà attiva dal primo settembre) complicherà il percorso e allungherà i tempi per ottenere i 350 euro. Le regioni (a cui spetta la formazione) martedì hanno messo le mani avanti: non sappiamo ancora nulla delle funzionalità della piattaforma che, pure, dovrebbe mettere in connessione le banche dati.

CHI È FUORI da questo gruppo sarà indirizzato ai Servizi sociali comunali. Sono 88mila i soggetti che hanno già avviato il percorso, a questi potrebbero aggiungersene altri 47mila: i primi continueranno a percepire il Rdc fino al 31 dicembre poi beneficeranno dell’assegno di inclusione di 450 euro; i secondi avranno la sospensione fino a iter di inserimento completato e poi l’assegno con gli arretrati. I Comuni, martedì, lamentavano di non aver ricevuto le linee guida per valutare le nuove richieste. E resta poi il nodo del personale carente poiché i servizi non sono stati potenziati. Con colloqui che richiederanno circa 40/50 minuti, quando termineranno le valutazioni a Napoli, Palermo o Roma?

GLI OCCUPABILI dovranno rivolgersi ai Cpi: «Dall’avvio del programma Gol – ha spiegato la ministra – sono stai presi in carico 1,3 milioni di persone. L’andamento del mercato presenta una domanda di lavoro superiore all’offerta disponibile: abbiamo a disposizione un milione 500mila posti con un indice di non reperibilità del 48%. La significativa riduzione delle domande per il Reddito di cittadinanza in corso indica che è possibile, per una parte consistente, una fuoriuscita dal bacino dell’assistenza». È un quadro realistico? «Meloni ha tagliato la misura per togliere consenso all’opposizione – commenta il segretario generale Cgil Campania, Nicola Ricci – ma gli strumenti che mette in campo possono funzionare solo dove il bacino dei beneficiari è molto ristretto».

SONO STATI 36.270 i nuclei campani a cui è arrivato l’sms, in provincia di Napoli ben 21.507. La Campania è la seconda regione, dopo la Sicilia (37.645), dove più alto è il numero di percettori di Rdc che hanno ricevuto lo stop. Dovranno rivolgersi ai Cpi: «In regione la misura Gol non ha avuto l’impatto necessario – prosegue Ricci – perché non si è investito nei Centri per l’impiego, si è preferito utilizzare le Agenzie per il lavoro. Le conseguenze sono due: una difficoltà a incrociare domanda e offerta, l’utilizzo di contratti precari invece di stabilizzare la manodopera. Senza una seria misura di sostegno al reddito, senza salario minimo per legge, si incentiva un mercato fatto di lavoro povero».

E POI CI SONO I PARADOSSI: «Attraverso il Rdc il comune di Napoli utilizzava circa 700 giardinieri per curare il verde. Il governo, invece di investire risorse per creare un percorso di stabilizzazione, li obbligherà a rifare le pratiche d’accapo con nuovi corsi di formazione e il comune perderà i giardinieri. Vanno date risposte a un concreto problema di povertà». Chi ha avuto l’sms non potrà avere la carta spesa «Dedicato a te» perché erogata sui dati di maggio-giugno (incompatibile con il Reddito di cittadinanza). L’assegno unico per i figli a carico sarà pagato sulla carta che rimane attiva, gli altri dovranno rifare la domanda.

I 5S hanno depositato alla Camera una mozione per impegnare il governo a ripristinare il Rdc. Durante il question time Conte ha attaccato: «C’è rabbia, confusione: state lasciando assistenti sociali e Comuni da soli, siete gli unici responsabili». Da Avs Nicola Fratoianni: «Nessuno soffia sul fuoco. Il fuoco l’avete appiccato voi. Da qui a settembre quelle famiglie che fanno?». Il dem Marco Furfaro: «Abbiamo chiesto al governo di intervenire subito con un decreto. La risposta è sempre la solita: l’indifferenza». Critiche anche dalla Cgil: «Ribadiamo con forza la nostra richiesta di prorogare almeno fino al termine del 2023 il Rdc». E dalla Uil: «Chiediamo un provvedimento di contrasto alla povertà realmente efficace e universale».