Nella prima conferenza stampa dopo la vittoria alle presidenziali di venerdì scorso (possibile anche grazie al boicottaggio di parte dell’elettorato moderato e riformista), Ebrahim Raisi presenta la sua agenda. Non poteva non partire dalla politica estera e da una questione a cui sta appesa la tenuta economica dell’intero paese: l’accordo sul nucleare iraniano, a cui il predecessore Rohani ha sacrificato anni di presidenza, sconfitte, arretramenti e infine consensi. Sì al negoziato, o meglio al ri-negoziato dopo l’uscita dall’accordo del 2015 da parte degli Stati uniti di Trump. Un via libera già annunciato in campagna elettorale, nonostante l’approccio propagandistico dei conservatori...