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Raid su Beirut e la Beka’a, con bombe made in Usa

L'attacco israeliano a Dahiyeh, quartiere sud di Beirut, in Libano foto di Hussein Malla/ApAttacco israeliano a Dahieh, quartiere sud di Beirut, il 19 ottobre 2024 – Hussein Malla /Ap

Medio Oriente Colpita la capitale nonostante le promesse dell'amministrazione Biden. Quattro uccisi a est, mentre nuovi raid terrorizzano Nabatieh

Pubblicato circa 3 ore faEdizione del 20 ottobre 2024

L’avvertimento era arrivato ieri nella tarda mattinata, diretto ai residenti di alcuni palazzi nella Dahieh, il pezzo di Beirut sud dove vive la comunità sciita e quartier generale di Hezbollah nella capitale: «Siete localizzati vicini a strutture che appartengono a Hezbollah che saranno prese di mira dall’esercito israeliano», il messaggio su X del portavoce militare Avichay Adraee.

Poco dopo sono cadute bombe su quattro quartieri diversi, a smentire la promessa degli Stati uniti al primo ministro libanese Mikati (Beirut sarà risparmiata). «Abbiamo ricevuto tre ordini di evacuazione forzata in sole due ore», scrive la giornalista Dorsa Jabbari da Beirut.

L’esercito israeliano ha poi detto di aver preso di mira la sede dell’intelligence del partito sciita e magazzini di munizioni. Nelle stesse ore sono proseguiti i raid aerei nell’est e nel sud del paese, come accade quotidianamente da fine settembre. Nella Valle della Beka’a un bombardamento israeliano ha ucciso quattro persone e ne ha ferite 13 nella cittadina di Baaloul, tra loro il sindaco di Sohmor, Haidar Shahla.

A Nabatieh, a sud, una serie di raid ha preso di mira la protezione civile. Una settimana fa era stato centrato il mercato, vecchio di più un secolo, epoca ottomana. Ogni giorno arrivava gente da trenta villaggi diversi, raccontava ieri sul Guardian William Christou. Restano solo macerie e vetri rotti, mescolati a quel che rimane dei prodotti in vendita, vestiti per bambini, telefoni e «il frammento della munizione statunitense che ha distrutto il mercato».

È la coda di una bomba che pesa fino a 900 chili, scrive Williams. Di raid a Nabatieh ne sono seguiti altri, «la prova – per i soccorritori – dell’intenzione di Israele di provocare la fuga» dei residenti. Sulla città, dal 3 ottobre, pesa un ordine di evacuazione israeliano, come per altre 70 comunità nel sud. Dall’8 ottobre 2023 sono 2.448 i libanesi uccisi, di cui 1.838 da metà settembre.

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