Raccontiamo il suq di Marrakech
I bambini ci parlano La rubrica settimanale in ascolto della voce di piccoli. A cura di Giuseppe Caliceti
I bambini ci parlano La rubrica settimanale in ascolto della voce di piccoli. A cura di Giuseppe Caliceti
Mi raccontate con parole vostre la lettura che abbiamo letto insieme?
«E’ una storia di Nada, Faiza e sua mamma, che sono i personaggi principali». «Non è uno storia dell’Italia, ma del Marocco, infatti abbiamo visto sulla cartina che Marrakech, che si scrive anche in un modo diverso, non è in Italia ma in Marocco, un altro Paese, un’altra nazione». «Sì, una nazione dell’Africa. A calcio, io, nella mia squadra, ho due amici che sono nati in Italia ma il loro papà è nato in Marocco». «Ea cena sua mamma, è nata in Marocco. Lo conosco anche io quel bambino, si chiama Isham». «Sì, proprio lui. A scuola è bravissimo e anche a giocare a calcio è molto bravo».
«Il Marocco è arrivato tra i primi Paesi, tra le prime squadre di calcio ai campionati del mondo in Qatar. Io li ho visti giocare, sono bravi. In Marocco sono tutti molto bravi a giocare a calcio». «Il libro dice che Marrakech è un bellissima città del Marocco e Nada e sua mamma vivono proprio lì in quella città che ha delle alte mura tutto intorno, delle mure fatte di terra rossa». «A Nada piace passare sempre dalla piazza del mercato, ma sua mamma non vuole perché ha fretta e vuole passare subito al suo per comperare cumino e zafferano». «Il suo sarebbe come un supermercato, per me. Un negozio dove vendono un po’ di tutto, ma soprattutto cose da mangiare, secondo me. Come la Coop o il Sidis o Esselunga».
«Io so cosa sono il cumino e lo zafferano! Sono delle specie di polveri…. Sono come…. Tipo l’olio piccante… No, tipo il sale… Il peperoncino, ma tritato, una polvere…» «Si chiamano spezie, quelle cose lì come il sale. Sono dei condimenti da mettere sul mangiare, come il pepe, per esempio, solo che il cumino ha un altro sapore». «Certo, il cumino e lo zafferano sono diversi, sono due spezie diverse, con dei sapori diversi… Io una volta lo zafferano l’ho mangiato, mi sembra con gli spaghetti, invece il cumino boh, non lo ho mai assaggiato». «Ad ogni modo, Nada e sua madre entrano nel suq che poi è il mercato con tutti questi negozi, come un centro commerciale, secondo me, dove ci sono tutte le botteghe e la gente che ti vuole vendere la roba da mangiare o da vestirti… Tutti i venditori cercano di attirare i clienti a comperare le loro cose… A fargli spendere i soldi per comperarle…. Allora urlano Vieni da me! Vieni a comperare le mie cose! E aspettano se i clienti arrivano».
«Anche da noi, al mercato, fanno così. Per esempio, io domenica sono andata con mia sorella e i miei genitori al mercato di Traversetolo e anche lì c’erano i venditori con le loro bancarelle per la merce che vendevano e anche loro gridavano, dicevano che facevano il prezzo più basso anche se per me non era vero, e neppure per mia mamma, infatti, poi, non abbiamo comperato niente…» «Ma nella lettura c’era scritto che i suq sono mercati, è vero, ma mercati coperti…» «Infatti, come un centro commerciale. Come avevo detto io prima». «Sì, infatti si vendono tappeti, vasi, scarpe, vestiti, oggetti di legno, mobili, bastoni spezie, gioielli, cibo e insomma, tantissime cose diverse, tutte diverse l’una dall’altra. Anche piatti e tappeti, che sono i tappeti più famosi del mondo». «La lettura spiega che per avere dei tappeti così belli loro li immergono i pentoloni di colori diversi..».
«Sì, ma non immergono i tappeti, immergono le matasse di lana per fare i fili colorati e dopo fanno i tappeti coloratissimi e bellissimi, perché prima tingono la lana». «Sì, ma dice che appendono anche i tappeti perché dopo li mettono ad asciugare a destra e a sinistra della strada, c’è scritto». «Ma non i tappeti, le matasse di lana!» «Vabbè, comunque la storia è tutta qui. Per me non è neppure una storia perché parla solo di una figlia e una mamma che vanno al mercato, ma non succede niente. Cioè, non è brutto, è interessante, per esempio io non sapevo cosa era un suq e adesso lo so, ma non è una storia». «Infatti non doveva neppure esserlo. Nessuno aveva detto che era una storia. Era una descrizione, per me. Era un testo per descrivere cosa era un suq a chi non lo sapeva». «E allora perché ci sono i personaggi? Mah. Io questa lettura non ho capito bene se era di storia o geografia o italiano o cosa….». «Io sapevo già cosa erano i suq anche prima».
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