«Questo film per me è un opera di memoria quanto Roma lo è stato per Alfonso Cuáron», dice Quentin Tarantino della sua nona opera. Ma se il regista messicano ha ricostruito minutamente la casa della propria infanzia e scavato la propria archeologia nel vecchio quartiere, da C’era una volta a Hollywood si deduce che per Tarantino la casa d’infanzia era il cinema e prima ancora le fiction della vecchia tv in bianco e nero. Il film è ambientato in un momento cruciale del cinema e della città, quando lo zeitgeist culturale degli anni sessanta irrompe nella fabbrica dei sogni cambiandola...