Quel che resta del Giro. Va via Remco e a Viareggio arriva la fuga
Contagiro 2023 - Tappa 10 “La festa appena cominciata / è già finita”. Tra il pop-trash della cover fiamminga dei Ricchi e Poveri e una ballata di Sergio Endrigo il passo può essere breve. Breve […]
Contagiro 2023 - Tappa 10 “La festa appena cominciata / è già finita”. Tra il pop-trash della cover fiamminga dei Ricchi e Poveri e una ballata di Sergio Endrigo il passo può essere breve. Breve […]
“La festa appena cominciata / è già finita”. Tra il pop-trash della cover fiamminga dei Ricchi e Poveri e una ballata di Sergio Endrigo il passo può essere breve. Breve come il bacio di una miss, breve come lo starnuto di un cronista. O, dicono i maligni, breve come il distacco inflitto a Thomas nella crono. Fatto sta che Evenepoel torna a casa causa covid.
Il tampone non era obbligatorio, nemmeno comunicarne l’esito, e nemmeno il ritiro. Ma l’isolamento si, e anche dalle altre squadre giurano che il comportamento sarebbe stato lo stesso, al di là di frasi in libertà di alcuni corridori. A uscirne ammaccata è tutta la baracca.
Si ritira in rosa Evenepoel, ma in giallo come si sarebbe comportato? O con un distacco più massiccio sugli inseguitori? Mentre, dal lato organizzatori, suona come un’ammissione di colpa a posteriori il ripristino di tutte le misure di distanziamento e sicurezza, abbandonate alla leggera prima che la corsa cominciasse (in armonia, va detto, con le decisioni dell’UCI). Il medico di Evenepoel si è scagliato contro questo lassismo, ma si dice in giro che proprio dalla sua squadra, nei giorni scorsi, ci si sia fatti beffe delle precauzioni maniacali di Roglic e compagni. Da parte di alcuni corridori, poi, si fa presente che non sono ben chiare le correlazioni tra covid e cardiopatie, per cui attorno al ritiro di un corridore che avrebbe dovuto sottoporsi ad altre due settimane di sforzi immani non ci sarebbero da fare dietrologie.
Sia come sia i buoi sono scappati, tanto che per la tappa da Scandiano a Viareggio parte Thomas come nuova maglia rosa, ma non parte tra gli altri Pozzovivo, che a quarant’anni suonati era all’ultimo ballo. Sull’Appennino tosco-romagnolo scappano anche De Marchi, Bais, Gee e Cort-Nielsen, con l’acqua che casca a catinelle a rinfocolare la nota divergenza di vedute tra ciclisti e fungaioli. Col tempaccio che fa nel saliscendi che precede lo sbarco in riviera, succede che il gruppo si sfilaccia e i velocisti (i pochi superstiti) perdono gran parte dei gregari, e rincorrere la fuga diventa veramente dura. Si capisce nella lunga discesa da Montemagno, quando il distacco non scema di un secondo.
A giocarsi la vittoria di tappa rimangono quindi in tre sul lungomare di Viareggio, con la cornice delle ville Liberty (Bais a quel punto ha già mollato): gli allunghi di De Marchi e Gee sono per non lasciare nulla di intentato, ma si sa che Cort-Nielsen è di gran lunga il più veloce, e infatti li rintuzza, salta agile addosso agli altri due e trionfa a braccia alzate sul traguardo.
Nel frattempo l’associazione “Il mondo che vorrei” ricorda che Viareggio è bella, c’è il mare, il Carnevale e ora pure il Giro, ma che il 29 giugno del 2009 c’è stata anche la strage alla stazione. Bisognerebbe non dimenticarcelo.
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