«L’idea che la cultura possa risorgere dopo Auschwitz è un’assurda chimera, per cui l’opera d’arte paga a caro prezzo il fatto di esistere nonostante tutto. Poiché il mondo è sopravvissuto al proprio tracollo, però, continua ad avere bisogno dell’arte come di una sua storiografia inconsapevole». Adorno, nel 1962. Parole che mitigano la sua famosa sentenza dopo l’Olocausto, contestata tragicamente da Paul Celan: scrivere ancora poesie sarebbe un atto di barbarie… LA CITAZIONE è all’inizio del libro di Jeremy Eichler L’eco del tempo. Quattro compositori, la guerra e l’Olocausto, la musica e la memoria (Marsilio, pp. 432, euro 22). L’ultima frase,...