Qatargate, parlano i fermati. L’inchiesta potrebbe allargarsi
Qataritangenti Interrogatorio fiume per Francesco Giorgi. E i magistrati belgi fanno il conto dei soldi trovati a Kaili e Panzeri: 1,5 milioni di euro
Qataritangenti Interrogatorio fiume per Francesco Giorgi. E i magistrati belgi fanno il conto dei soldi trovati a Kaili e Panzeri: 1,5 milioni di euro
A Bruxelles l’impressione, anzi il timore, è che siamo solo all’inizio e che l’inchiesta sulle presunte tangenti del Qatar possa presto deflagrare ulteriormente, allargandosi a macchia d’olio. «La giustizia belga sta facendo ciò che il parlamento europeo non ha fatto, a quanto pare il sistema di autocontrollo non è stato sufficiente», ha detto ieri il premier belga Alexander de Croo.
I segnali di quello che rischia di trasformarsi in un terremoto per le istituzioni europee ci sono tutti. Dopo gli arresti dei giorni scorsi ieri la polizia ha perquisito gli uffici di due capo unità dell’Eurocamera e sigillato l’ufficio di Strasburgo di un assistente parlamentare. «Perquisizioni e mazzette come in una serie di Netflix», dice a sera un deputato del Ppe dando voce allo stupore che accomuna molti suoi colleghi. Che ieri, quasi all’unanimità, hanno votato la revoca dell’incarico di vicepresidente alla greca Eva Kaili (S&D), tra i protagonisti dell’inchiesta insieme all’ex europarlamentare Pd Antonio Panzeri.
Per quanto forte, l’immagine del deputato popolare non è però molto lontana dalla realtà. La procura federale belga ha fatto la somma dei soldi ritrovati nella casa di Panzeri e in quella di Kaili e il totale fa 1,5 milioni di euro, non proprio una sciocchezza. A questi vanno aggiunti altri 20 mila euro che la polizia italiana ha ritrovato nell’abitazione di Abbiategrasso, in provincia di Milano, di Francesco Giorgi, assistente parlamentare e compagno di Kaili.
Proprio da Giorgi – che oggi con altri tre indagati, Kaili, Panzeri e al segretario della ong No peace without justice Niccolò Figà-Talamanca si presenterà in tribunale per l’udienza preliminare – potrebbero arrivare le informazioni utili ai magistrati belgi per proseguire ed estendere le indagini. Dopo il suo arresto, avvenuto venerdì scorso, l’uomo avrebbe infatti cominciato a fare rivelazioni utili agli inquirenti che lo hanno interrogato nei locali dell’Ufficio centrale per la repressione della corruzione. Ore di dichiarazioni che avrebbero permesso agli inquirenti belgi di trovare conferme importanti agli elementi raccolti nel corso delle indagini cominciate lo scorso mese di agosto. Giorgi non sarebbe, però, l’unico degli indagati che avrebbe deciso di collaborare con gli inquirenti e tra le persone fermate nei giorni scorsi più di uno avrebbe fatto il nome dell’eurodeputato socialista Marc Tarabella. Già sabato l’abitazione del parlamentare belga di origine italiana è stata perquisita mentre ieri Tarabella è stato sospeso dal partito e dal gruppo.
Quella che a questo punto l’inchiesta possa allargarsi è più di una possibilità: Fight Impunity, l’ong fondata da Panzeri, per alcuni avrebbe infatti agito da volano delle attività illecite ma attorno alle relazioni con il Qatar e al tema dei diritti giravano diversi attori della comunità europea brussellese.
Dello scandalo Qatargate si discuterà anche nel consiglio europeo in programma per domani a Bruxelles, ma intanto ieri la Commissione Ue ha annunciato per il prossimo anno una nuova legge Ue contro la corruzione. «Dobbiamo penalizzare tutte le forme di corruzione in tutti gli Stati membri e imporre misure penali più severe a livello europeo», ha detto la commissaria agli Affari interi Ylva Johansson.
Le polemiche sull’inchiesta hanno coinvolto anche il vicepresidente della Commissione Margarits Schinas per un suo tweet di sostegno del Qatar e per aver preso parte alla cerimonia di apertura dei Mondiali. E’ stato lo stesso Schinas a rispondere ieri alle domande dei giornalisti in una conferenza stampa diventata un interrogatorio: «Tutte le mie dichiarazioni sono sempre state in linea con le politiche della Commissione. Noi non improvvisiamo, non inventiamo posizioni», ha spiegato Schinas. «La mia carriera politica di oltre trent’anni è sempre stata limpida, e di certo nessuno può dire che io sia un ingenuo», ha aggiunto. E per quanto riguarda i regali ricevuti dal Qatar? «Sì, un pallone e una scatola di cioccolatini che ho lasciato, entrambi, all’autista che mi ha accompagnato allo stadio».
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