Internazionale

Qassem il diplomatico è il nuovo leader di Hezbollah. Netanyahu apre alla «diplomazia»

Il nuovo leader di Hezbollah, Sheikh Qassem Epa/Nabil MounzerIl nuovo leader di Hezbollah, Sheikh Qassem – Epa/Nabil Mounzer

Libano Bombe a tappeto sull’est e il sud del paese, mentre Tel Aviv discute di tregua e il movimento sciita sostituisce la leadership decapitata. Unifil colpita da un razzo sciita: feriti otto caschi blu

Pubblicato un giorno faEdizione del 30 ottobre 2024

L’annuncio della nomina di Naim Qassem a capo di Hezobollah è stato subito seguito dal post del ministro della difesa israeliana Yoav Gallant su X: una foto di Qassem e la frase «Nomina temporanea. Non per molto».

Qassem sostituisce Hassan Nasrallah, leader storico del partito/milizia ucciso nel fortissimo bombardamento a Dahieh, Beirut sud, in cui furono rasi al suolo sei palazzi il 27 settembre. Pochi giorni dopo l’assassinio di Nasrallah, anche il suo successore più probabile, il cugino materno Hashem Safieddine, è stato ucciso.

71 ANNI, religioso sciita, Qassem è nella costituente di Hezbollah agli inizi degli anni Ottanta. Ha una lunga storia di attivismo politico nell’ambito della shi’a libanese, cofondatore dell’Unione degli studenti musulmani libanesi negli anni ’70, si unisce ad Amal ma – poco dopo la scomparsa di Musa Sadr nel ’78 – lascia il gruppo.

Hezbollah viene ufficialmente fuori nel 1982 e dal ’91 Qassem è vice segretario generale. In tale posizione, dalla morte di Nasrallah in poi, pronuncia tre discorsi ufficiali molto duri, in cui sfida Israele e dice che Hezbollah è pronto a combattere e a vincere. Apre però alla possibilità di un cessate il fuoco – mediato in Libano dal presidente del parlamento Nabih Berri, che ringrazia in un discorso per gli sforzi in tal senso – e per la prima volta non nomina la condizione, irremovibile fino a quel momento, del cessate il fuoco a Gaza.

Leader non carismatico e comunicativo come il predecessore, Qassem è un uomo che sa come gestire gli equilibri di potere interno ed esterno, un diplomatico. Il presidente iraniano Massud Pezeshkian ne ha salutato la nomina come un «rafforzamento della resistenza» contro Israele.

Nel pomeriggio di ieri la stampa aveva cominciato a dare l’annuncio di una riunione straordinaria di Netanyahu con alcuni ministri per discutere una soluzione diplomatica per la guerra in Libano. Per il canale Walla, anche l’esercito israeliano avrebbe detto che potrebbe essere il momento per la diplomazia, visto che molti degli obiettivi in Libano sarebbero stati colpiti. Sul punto è intervenuto il Qatar, principale mediatore a Gaza, che dice di volersi impegnare a lavorare con l’amministrazione Usa «fino all’ultimo minuto» per un cessate il fuoco prima delle presidenziali statunitensi, momento attesissimo e cruciale per le sorti del Medio Oriente intero.

Da parte sua Hezbollah ha detto di aver messo fuori combattimento un carrarmato Merkava israeliano usato per le incursioni di terra e di aver ucciso i soldati all’interno. Ogni giorno annunci del genere danno la misura delle perdite nell’esercito israeliano che cominciano a salire. Nel confronto terra-terra Hezbollah si sta dimostrando capace di tener testa agli israeliani, ma impotente contro l’aviazione.

IERI BOMBE a tappeto sono cadute su tutto il sud e l’est del Libano. Colpita Baalbek, nella valle della Bekaa, a nord est, dove sono state uccise almeno 50persone e 60 sono rimaste ferite da una dozzina di bombardamenti. A Baalbek, come a Tiro sotto attacco da giorni, si teme anche per le rovine archeologiche, importanti al punto da dichiarare nel 1984 le due città patrimonio Unesco.

Continuano anche gli attacchi nella zona di Tiro e soprattutto a Sidone, dove ieri il quartiere di Haret Saida è stato più volte colpito. Nella notte tra lunedì e ieri sono ripresi i raid anche nella capitale, dopo due giorni di relativa calma, nella zona della Dahieh, a Beirut sud.

Otto soldati austriaci della forza Onu di interposizione Unifil sono stati feriti in maniera leggera a Naqora, sul Mediterraneo. In un comunicato ufficiale il contingente scrive che «c’è un’indagine in corso. Il razzo è stato sparato dal nord della missione (dal Libano), probabilmente da Hezbollah o qualche gruppo affiliato». Unifil sta ora accertando se si sia trattato di un attacco deliberato o di un errore.

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