«Patria» e «Vittoria», declinate con diverse sfumature temporali e territoriali, sono state le parole più ricorrenti nei discorsi con cui sia il presidente russo Vladimir Putin sia quello ucraino Volodymyr Zelensky hanno segnato questo 9 maggio, 77mo anniversario della resa del III Reich all’Armata Rossa, nelle rispettive capitali. Da parte russa non c’è stato l’appello alla mobilitazione generale né la dichiarazione formale di guerra all’Ucraina paventate da Kiev e da alcune cancellerie occidentali. Chi profetizzava qualcosa di «grandioso», come il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba, si è dovuto accontentare delle solita coreografia militaresca. Grandiosa sì, ma senza l’apporto dell’aviazione...