Putin l’africano, piazzista di centrali nucleari
Summit Russia-Africa sul Mar Nero Il presidente russo esalta il modello Urss nel continente africano, indossa i panni bonari dell'anticolonialista e pensa agli affari: l'atomo di Mosca in vetrina
Summit Russia-Africa sul Mar Nero Il presidente russo esalta il modello Urss nel continente africano, indossa i panni bonari dell'anticolonialista e pensa agli affari: l'atomo di Mosca in vetrina
Sono arrivati 43 rappresentanti di governo e capi di Stato a Sochi sul mar Nero per il summit Russia-Africa, iniziato ieri e che si chiude oggi, deputato a rilanciare le relazioni commerciali tra queste 2 grandi realtà.
Vladimir Putin, qualche giorno fa, aveva anticipato i temi della conferenza in una lunga intervista alla Tass. Per il presidente russo resta valido il modello costruito ai tempi dell’Urss. «Il modello sovietico – con i suoi vantaggi e svantaggi – si è rivelato abbastanza efficace nella fase della formazione degli Stati africani». E ha ricordato ad esempio la decisione di concedere all’Egitto un prestito di 25 miliardi dollari per la costruzione della centrale nucleare di Dabaa. Anche altri paesi africani sarebbero interessati all’atomo russo. Secondo il capo di Rosatom Alexey Lichacev esiste un serio interesse dell’Etiopia in questo senso.
PUTIN HA OVVIAMENTE VESTITO i panni bonari dell’anticolonialista in questo frangente: ha ricordato di aver cancellato debiti a paesi africani per 20 miliardi di dollari e di voler stralciare anche la pesante posizione negativa della Tanzania nei confronti della Federazione (6 miliardi di dollari). «Vorrei anche ricordare che la Russia contribuisce ai programmi internazionali di assistenza all’Africa attraverso il Programma di sviluppo dell’Onu, dell’Organizzazione mondiale della sanità, del Programma alimentare mondiale e dell’Organizzazione internazionale della difesa civile» ha aggiunto Putin.
DURANTE IL SUMMIT lo stesso Egitto ha deciso di acquistare una partita di 1300 vagoni ferroviari, ma il quadro delle relazioni commerciali tra Africa e Russia resta debole. L’interscambio è raddoppiato dal 2010 a oggi raggiungendo i 20,4 miliardi di dollari ma ancora troppo poco perché la Russia possa avere un ruolo significativo nella regione.
Il presidente russo ha mostrato ottimismo per il futuro ma non ha nascosto il peso della concorrenza di paesi come Cina, Usa, Francia e Turchia tornando ogni tanto a sfoggiare le vesti “antimperialiste”: «Vediamo che un certo numero di stati occidentali che ricorrono alla pressione, alle intimidazioni e al ricatto nei confronti dei paesi sovrani africani. Usando tali metodi, cercano di riguadagnare l’influenza perduta e la posizione dominante nelle ex colonie, cercano – nel “nuovo involucro” – di pompare super profitti, sfruttare il continente senza riguardo per le persone che vivono qui» ha detto Putin.
Ma non è oro tutto ciò che luccica: le scorribande delle imprese e dei foreign fighters russi per controllare le risorse naturali della Repubblica centroafricana negli ultimi anni, sono sotto gli occhi di tutti.
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