«Protocollo» infuocato a Belfast, in rivolta le frange estreme dell’unionismo
Irlanda del Nord Mentre il premier britannico Johnson gioca la sua partita ambigua con l'Unione europea, cresce la tensione intorno al Northern Ireland Protocol. Ancora un bus sequestrato e dato alle fiamme
Irlanda del Nord Mentre il premier britannico Johnson gioca la sua partita ambigua con l'Unione europea, cresce la tensione intorno al Northern Ireland Protocol. Ancora un bus sequestrato e dato alle fiamme
Gli accordi tra Regno Unito e Unione europea sullo statuto dell’Irlanda del Nord iniziano a mostrare preoccupanti crepe. Il Northern Ireland Protocol, che regola questioni doganali e di immigrazione, è sotto attacco da parte delle organizzazioni lealiste.
NEI GIORNI SCORSI, in aree unioniste, si è assistito a disordini vari. Lunedì 1 novembre un autobus è stato sequestrato e dato alle fiamme a Newtownards, nella contea di Down, a 15 chilometri da Belfast. La scena si è ripetuta domenica 7 a Newtownabbey, nella contea di Antrim, a nord di Belfast. La rivendicazione di quest’ultimo attacco rimanda a un’organizzazione particolare, la “Protestant Action Force”, autrice di una quarantina di omicidi negli anni duri del conflitto.
Nel frattempo, sempre a Belfast, nell’area di Shankill, uno dei cuori del lealismo, adolescenti della comunità unionista hanno inscenato provocazioni incendiarie all’ intersezione tra zone antagoniste, a Lanark way. FErmati due ragazzi, di 12 e 15 anni.
Venerdì 5 novembre, nella contea di Louth, l’auto di un membro della comunità nazionalista è stata data alle fiamme. Diverse residenze di repubblicani, a Springfield Road a Belfast, hanno subito attacchi di gruppi di giovani lealisti.
I DISORDINI SEMBRANO orchestrati per alzare il livello della tensione e mandare un chiaro messaggio a Londra, inteso ad attivare l’articolo 16 del Protocollo: l’articolo prevede che nel caso di problemi di tipo economico, sociale, ambientale, o relativi a dinamiche commerciali, il Regno Unito possa unilateralmente bloccarne l’applicazione.
Di questo scenario incerto approfittano le frange estremiste. Billy Hutchinson, portavoce del Pup (Progressive Unionist Party), ex comandante paramilitare della Ulster Volunteer Force, ha dichiarato che il Protocollo mina alle fondamenta la fiducia unionista nel processo di pace. Ha descritto gli accordi del Venerdi Santo del 1998 come una trappola intesa a proteggere «solo il simbolo, ma non la sostanza dell’Unione». Nel ribadire come quel trattato internazionale abbia favorito soltanto la fazione nazionalista-repubblicana, Hutchinson ha dato a intendere che il Protocollo va ritirato.
Un messaggio rivolto al premier britannico Boris Johnson, che da mesi gioca una partita ambigua con l’Unione europea. Dopo aver sancito gli accordi della Brexit, ha poi inaugurato un tiremmolla con l’Europa inteso proprio a non indispettire la comunità unionista dell’Irlanda del Nord, storico sostegno politico del partito conservatore.
IL LEADER DEL DUP, il maggior partito unionista nordirlandese, Jeffrey Donaldson, commentando la posizione del Pup oramai contrario agli accordi del Venerdì Santo, da un lato condanna le violenze lealiste, dall’altro dichiara di comprendere le ragioni di quel malessere diffuso.
Nel frattempo, un sondaggio uscito la settimana scorsa, ha chiarito come la maggioranza della popolazione del Nord sia a favore del Protocollo e dello statuto speciale che questo conferisce all’Irlanda del Nord, allineando il paese alla legislazione europea, per quel che riguarda la circolazione di persone e merci.
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