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Primo dibattito tv tra candidati dem alla Casa Bianca nel 2020, spicca Elisabeth Warren

Primo dibattito tv tra candidati dem alla Casa Bianca nel 2020, spicca Elisabeth WarrenLa dem Elizabeth Warren

Stati Uniti I primi dibattiti tra i democratici che corrono per le presidenziali del 2020 si sono svolti a Miami, divisi in due round di 10 candidati alla volta, molti dei quali […]

Pubblicato più di 5 anni faEdizione del 28 giugno 2019

I primi dibattiti tra i democratici che corrono per le presidenziali del 2020 si sono svolti a Miami, divisi in due round di 10 candidati alla volta, molti dei quali hanno nei sondaggi numeri a cifra singola e hanno fatto del loro meglio per acquistare visibilità nazionale.

Il secondo dibattito che vede lo scontro tra i due colossi, Joe Biden e Bernie Sanders si è tenuto troppo tardi per scriverne qui, a causa dell’impietoso fuso orario, mentre il primo è finito da qualche ora ed ha visto, come prevedibile, risplendere la stella di Elizabeth Warren, in salita costante nei sondaggi. A questo stadio della campagna i dibattiti servono per lo più a comprendere chi è chi, e se ne deriva anche dove sta andando il partito. Al contrario di come spesso accade, i candidati non si sono scagliati l’uno contro l’altro, volendo probabilmente mantenere la posizione descritta da Biden pochi giorni fa, quando ha esortato la base democratica, alla fine delle primarie, a votare per il candidato dem vincente, anche se questo non dovesse essere il preferito. Altro elemento degno di nota è il fatto che, quando in dubbio, i candidati, in special modo il senatore afroamericano del New Jersey Cory Booker, hanno preferito abbracciare la posizione più di sinistra e questo è un dato che illustra l’aria che tira dentro il partito.

Il format del dibattito che prevedeva risposte secche da sintetizzare in 30/40 secondi, ha penalizzato i candidati con oratoria affabulatoria, come Booker, mentre il sindaco di New York, Bill De Blasio, li ha usati molto bene capendo di dover abbandonare le analisi e rispondendo per lo più tramite slogan, risultando così più convincente del previsto.

Chi ha davvero convinto è stato l’ex sindaco di Sant Antonio, Texas, ex segretario di Obama, Julian Castro, che ha avuto un’appassionata discussione sull’immigrazione e si è scontrato con il sindaco di El Paso, Texas, Beto O’Rourke, che dopo l’ottimo risultato alle primarie sta faticando a diventare la nuova stella nascente democratica, ruolo che sembra essere occupato dal sindaco di South Bend, Peter Buttigieg, sul palco tra poche ore.
Dalla vittoria del midterm i candidati sembrano aver imparato che per vincere non basta sventolare il demonio Trump, che non ha monopolizzato il dibattito, ma portare proposte.

Si è parlato di sanità pubblica, di diritto all’istruzione, di clima, di immigrazione, di tutti i diritti in pericolo, e se riguardo ad un sistema di sanità pubblica gli unici due ad appoggiare la visione più socialdemocratica basata su un servizio sanitario nazionale, sono stati Warren e De Blasio, tutti hanno comunque portato piani politicamente fattibili per non tornare al sistema affidato solo alle assicurazioni private. La frase più bella a riguardo è stata quella di Warren: «La salute è un diritto umano, e io lotto per i diritti umani».

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