Lavoro

Primi esuberi Stellantis, via in 1.100 alla Sevel

Primi esuberi Stellantis, via in 1.100 alla SevelOperai al lavoro alla Sevel di Atessa (Chieti)

Automotive al Collasso Sindacati pronti allo sciopero. È la fabbrica ex Fca più grande e attiva: presto la stessa sorte potrebbe toccare ad altri

Pubblicato circa 3 anni faEdizione del 16 settembre 2021

Ora i primi esuberi dell’era Stellantis sono ufficiali. E colpiscono la Sevel di Atessa, la fabbrica più grande (6.200 lavoratori) e più in attività in Italia, lasciando immaginare altri esuberi in tutti gli altri stabilimenti dell’ex Fca che da anni sono in cassa integrazione e non hanno mai visto concretizzarsi la promessa della famiglia Agnelli di piena occupazione.
Ieri, dopo che da settimane i sindacati denunciavano la mancata stabilizzazione di 150 interinali e con lo spettro della delocalizzazione del Ducato in Polonia, l’azienda ha comunicato che dal 27 settembre saranno ridotti da 18 a 15 i turni settimanali, che verrà interrotta la trasferta di 650 cassintegrati provenienti dagli altri stabilimenti e che si chiude il rapporto di somministrazione di 300 dei 750 presenti in azienda: totale 1.100 esuberi. Stellantis motiva la decisione con «la carenza di semiconduttori», in particolare un chip malese.
I sindacati sono sul piede di guerra. La Fim, che per prima aveva annunciato sciopero e che domani a Torino terrà un convegno col governo e Stellantis, chiede a Draghi di intervenire. Parlano di «1.100 esuberi inaccettabili» e annunciano «assemblee per preparare lo sciopero» Francesca Re David e Michele De Palma della Fiom. «Il governo non può più fare da spettatore mentre l’automotive precipita», dicono Rocco Palombella e Gianluca Ficco della Uilm.

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