L’incendio di un centro profughi per ucraini nel Mecleburgo-Pomerania infiamma la politica nazionale. Con la segretaria Spd che punta il dito direttamente contro il leader Cdu accusandolo, senza troppi giri di parole, di alimentare il clima di xenofobia.

Ventiquattro ore dopo l’inquietante rogo dell’ostello di Gross Strömkendorf (vicino a Wismar), dove erano ospitati 14 rifugiati salvati solo dal rapido intervento dei vigili del fuoco, scoppia il caso già all’attenzione del controspionaggio.

A PARTIRE dall’indizio più clamoroso: due giorni prima delle fiamme alcuni profughi avevano notato una svastica incisa sull’insegna dell’edificio: elemento «scioccante» per gli investigatori che ora si concentrano sulla matrice politica e avvertono: «Qualunque attacco ai rifugiati o alle loro case è un attacco ai nostri valori fondamentali», scandisce il vicecapo della polizia di Rostock, Michael Peter.

In parallelo a Berlino Saskia Esken, co-segretaria della Spd, apre il fronte politico denunciando la retorica di Friedrich Merz, leader della Cdu, sul «turismo sociale» di chi scappa dall’Ucraina.

«Chi diffama i rifugiati si chieda invece che ruolo svolge nell’agitare l’odio che poi sfocia nella violenza. Fa paura che a soffiare sul fuoco non siano solo gli estremisti di Afd ma anche i politici conservatori. Dichiarazioni irresponsabili preparano il terreno non solo alla divisione sociale ma anche a veri e propri atti criminali».

I PRIMI RISULTATI dell’indagine della polizia scientifica sono attesi per dopodomani ma a Wismar è già scattata la mobilitazione sociale con la veglia anti-odio organizzata ieri dalla commissaria per l’Integrazione del Mecleburgo-Pomerania, Jana Michael.

Anche perché l’incendio all’ostello di Gross Strömkendorf non è un caso isolato: è il sesto rogo sospetto su cui indaga la magistratura.