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Prigioniero britannico morto in cella, Londra furiosa: «La responsabilità è di Mosca»

Prigioniero britannico morto in cella, Londra furiosa: «La responsabilità è di Mosca»Omaggio alle vittime del raid russo su Vinnytsia – Ap

Il limite ignoto I russi "rivendicano" il raid su Vinnytsia. Missili anche su Kharkiv, «colpite due scuole ». Ora si attende almeno l’intesa sul grano. Barlumi di pace Usa-Russia solo nello spazio

Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 16 luglio 2022

Nella città di Vinnytsia, finita dentro una guerra che sembrava distante, si scava in cerca dei dispersi: una ventina, come le vittime accertate del raid missilistico russo di giovedì. Catalogato da Kiev come «terrorismo contro i civili» e rivendicato ieri dal ministero della Difesa russo come attacco, peraltro riuscito, a «un meeting in corso tra i vertici militari ucraini e fornitori di armi stranieri». Altre inconciliabili visioni dei fatti spiegheranno l’ennesima notte di allarmi, bombe e missili che non hanno risparmiato scuole e abitazioni in diversi distretti della regione di Dnipropetrovsk, come nella città di Kharkiv e nei suoi dintorni.

Tesi ben distinte si scontrano anche sulla morte del cittadino britannico Paul Urey, che da ieri è fonte di nuove scintille tra Londra e Mosca. Operatore umanitario secondo la famiglia, le autorità inglesi e ucraine, la Legione internazionale per la difesa dell’Ucraina che nega fosse tra i suoi combattenti; mercenario che reclutava, addestrava e dirigeva operazioni militari secondo le forze armate della regione separatista di Donetsk. Che lo avevano “in custodia” e ne hanno annunciato ieri il decesso, avvenuto il 10 luglio.

Paul Urey soffriva di diabete e altre patologie importanti, ha ricordato Daria Morozova, responsabile diritti nell’entità di cui la Russia ha riconosciuto l’indipendenza alla vigilia dell’invasione dell’Ucraina. «Malgrado i suoi crimini – ha aggiunto Morozova – godeva di tutta l’assistenza medica necessaria». Non è bastata. Che avesse bisogno di cure lo aveva sottolineato la famiglia fin dall’annuncio il 29 aprile scorso della ong britannica Presidium Network, che Urey era stato catturato dalle forze russe nel sud dell’Ucraina insieme al connazionale Dylan Healy – poi uscito dai radar. Per la Legione internazionale per la difesa dell’Ucraina, che ha espresso «tristezza» per la sua sorte, Urey «era un cooperante e non un combattente».

Londra in giornata ha convocato l’ambasciatore russo e la ministra degli esteri Liz Truss non ha usato mezze parole nel «ritenere la Russia totalmente responsabile».

La guerra di sanzioni e controsanzioni intanto vede la Commissione europea orientata al blocco delle importazioni di oro dalla Russia, che incalza ormai la Cina come primo produttore mondiale. Mosca invece blocca le cessioni a catena delle sussidiarie delle banche occidentali – come l’italiana Unicredit – che speravano di togliersi velocemente dagli impacci. E il ministro del Commercio e dell’industria, Denis Manturov alla Duma dice che non vi è interesse a nazionalizzare le aziende straniere, ma che bene hanno fatto i deputati russi a promuovere lo scorso maggio una legge che consente allo stato di subentrare in caso di improvvisi abbandoni.

L’unico barlume di speranza in questo scenario, la possibile firma a breve di un’intesa tra Ucraina, Russia, Turchia e Nazioni unite per l’esportazione sicura del grano di Kiev fermo nei porti sul Mar Nero. A sentire il ministero della Difesa russo è cosa quasi fatta. Ma quanto ci si avvia a firmare a Istanbul non è da intendersi come l’inizio di un negoziato di pace, precisano da Mosca.

La pace o qualcosa di simile torna solo sulla Stazione spaziale internazionale, dove per concessione Usa riprende il lavoro congiunto degli astronatuti Nasa con i loro colleghi russi. Il conflitto semmai è tutto interno al Cremlino. Con il cambio al vertice dell’agenzia spaziale nazionale deciso da Putin a rimetterci le penne è il “falco” Dmitry Rogozin, quello che in caso di guerra nucleare i paesi Nato sarebbero stati distrutti «in mezzora». Al suo posto è stato nominato il vice-premier Yuri Borisov.

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